I militari italiani, in particolare coloro che sono stati impiegati in missione, hanno subito danni alla salute in seguito alle vaccinazioni. Tumori che sono il risultato anche delle vaccinazioni.
Il legame tra le vaccinazioni e i tumori in coloro che sono stati impiegati nelle missioni all'estero, è stato accertato dalla Commissione d’Inchiesta sull’uranio impoverito.
I risultati delle indagini della Commissione Parlamentare d'Inchiesta della Camera dei Deputati, hanno confermato il nesso tra esposizione all’uranio impoverito e tumori: all’interno della relazione, però, dedica un capitolo alla somministrazione dei vaccini ai militari, chiamato “Effetti delle modalità di somministrazione dei vaccini sui militari”.
La relazione si sofferma sulla pericolosità delle vaccinazioni multiple e sulla somministrazione dei vaccini senza analisi pre-vaccinali. Secondo le indagini, alcuni medici vaccinatori non si sarebbero attenuti nel somministrare i vaccini seguendo le linee guida.
La vaccinazione c.d. “sconsiderata”. Poca attenzione per la salute dei nostri militari.
Infatti, si riscontra:
Nel 2004, il Ministero della Difesa ha avviato il progetto di ricerca.
Questo progetto fu articolato in due fasi, SIGNUM (Studio di Impatto Genotossico nelle Unità Militari).
Il fine era quello di identificare i fattori di rischio, tra i quali quelli ambientali in Iraq.
La prima parte dello studio aveva ad oggetto le valutazioni dell'esposizione a fattori genotossici.
La seconda aveva ad oggetto le valutazioni di sorveglianza clinico-epidemiologica per la valutazione della presenza di effetti a lungo termine.
Per circa un anno sono stati coinvolti circa 1000 volontari. La relazione è stata presentata nel 2011. Fu accertato che i militari impiegati in missione ricevevano la somministrazione di 5 vaccinazioni alla volta, con vaccini contaminati da metalli pesanti.
In più, la quantità di farmaco utilizzata era eccessiva ed ha causato ossidazione cellulare.
La situazione fu aggravata dallo stress per l'attività di servizio in teatri bellici e lontano da casa. In più, vi era l'esposizione ad altri agenti tossico nocivi.
Questa condizione ha determinato un vero e proprio shock, in base al quale si sono verificati almeno 8.000 casi di nostri militari che si sono ammalati appena dopo il rientro dalle missioni.
Si poneva, quindi, il problema allegato alla prassi vaccinale imprudente e negligente e difforme dalle leggi scientifiche.
La Commissione Parlamentare d'Inchiesta della Camera dei Deputati ha investigato sulle pratiche vaccinali.
L'indagine è stata accurata e approfondita. È emerso che la pratica vaccinale multipla ha provocato un numero considerevole di casi di neoplasie.
Questa condizione è dovuta anche al sinergismo con altri cancerogeni, tra i quali l'uranio impoverito, le polveri e fibre di amianto, etc.
Sono stati auditi dalla Commissione Parlamentare d'Inchiesta molti militari, i quali hanno confermato l'assenza di visite prevaccinali.
Il fatto stesso che i nostri militari, in particolare quelli in missione, siano stati sottoposti a vaccinazioni multiple, poco prima della partenza, e senza visite prevaccinali, siano stati, poi, esposti anche a nanoparticelle di metalli pesanti, piuttosto che di fibre di amianto, anche per l'utilizzo di proiettili ad uranio impoverito, abbiano subito dei danni alla salute, ne impone al tutela dei diritti.
Questi comportamenti integrano l'inadempimento e l'illecito.
L’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto, ha dimostrato che il personale in missione in Bosnia (1995) e Kosovo (1998) e, ancora, Iraq (1991 e 2003), poco prima della partenza, ha subito delle vaccinazioni multiple.
In molti casi, questi vaccini erano contaminati con nanoparticelle di metalli pesanti, tra i quali mercurio (Hg), il cadmio (Cd), l’arsenico (As), il cromo (Cr), il tallio (Tl) ed il piombo (Pb).
L’Avv. Ezio Bonanni, titolare dell'omonimo studio legale, è stato audito dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta (06.12.2017) ed ha confermato, facendo riferimento al caso Motta, il sinergismo tra pratiche vaccinali ed esposizioni causate dall'uso dei proiettili ad uranio impoverito, e gli effetti nefasti sulla salute del nostro personale.
L'Avv. Ezio Bonanni ha posto l'attenzione sull'obbligo di tutela della salute e dell'incolumità psicofisica del personale civile e militare delle Forze Armate (art. 2087 c.c. e art. 32 Cost.).
La Legge 11.07.1978 n. 382, “Norme di principio sulla disciplina militare”, impone la tutela la salute dei militari.
Il D.P.R. 18.07.1986 n. 545 (approvazione del regolamento di disciplina militare), all’art. 21, co. 2, stabilisce che i superiori debbono:
Il personale civile e militare delle Forze Armate che è stato impiegato nelle missioni, è stato privato delle necessarie informazioni e della indispensabile formazione.
Nel 2017, la Commissione Parlamentare d'Inchiesta, presieduta dall'On.le Spanu, ha chiesto e ricevuto dall'AIFA della documentazione attestante le specifiche tecniche, gli studi di sicurezza e la composizione dei vaccini comprensivi degli elementi sottosoglia.
La documentazione ricevuta è incompleta, ma conferma che, nella seconda fase del progetto SIGNUM, quella relativa alle relazioni epidemiologiche in seguito alla sorveglianza sanitaria, vi furono delle omissioni.
La Commissione d’Inchiesta sull’Uranio Impoverito della Camera dei Deputati ha concluso sostenendo che la profilassi vaccinale sbagliata, ha causato danni alla salute :
Le controindicazioni erano presenti nelle note di istruzione (bugiardini) dei vaccini. Quindi, vi fu colpevole negligenza, ovvero imprudenza, grave imperizia.
La violazione delle regole di precauzione, risulta, quindi, provata ed è decisiva, poiché, se fossero state rispettate le regole, questi danni non si sarebbero verificati.
Per quanto riguarda la problematica della prassi vaccinale dei militari, si è pronunciata la Corte Costituzionale nella sentenza 25 del 2023. In riferimento alla questione sollevata dal Tribunale militare di Napoli, la Corte ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l’articolo 206-bis del codice dell’ordinamento militare, nella parte in cui autorizza la sanità militare a imporre al personale “profilassi vaccinali”.
La sentenza afferma che quando si vuole imporre un obbligo vaccinale la legge non può limitarsi all’indicazione generica della tipologia di trattamento richiesta. Invece deve specificare anche le patologie che si intendano contrastare attraverso la profilassi vaccinale. In questo caso la legge può operare un bilanciamento tra la libera determinazione individuale e la tutela della salute collettiva.
Perciò la disposizione del codice dell’ordinamento militare non adempie alla necessità che sia “determinato” il trattamento sanitario, come esige l’articolo 32 della Costituzione.
“Fino a quando il legislatore non avrà provveduto al compito di fornire determinatezza al trattamento sanitario imposto nei termini qui indicati, resta dunque inteso che, all’esito della presente pronuncia, il comma 1 dell’art. 206-bis cod. ordinamento militare non può fondare un obbligo vaccinale per il militare”.
La violazione di queste regole cautelari risulta decisiva. In più, come detto, nel teatro operativo, il personale si è trovato esposto a metalli pesanti e a radiazioni e, in molti casi, anche ad amianto.
La sinergia di agenti patogeni e cancerogeni.
Se, dunque, non ci sono decorsi alternativi, è confermato che la causa è ascrivibile al servizio svolto, e, dunque, deve essere riconosciuta la c.d. causa di servizio.
Grazie all'intervento della Commissione Parlamentare d'Inchiesta e all'attività dell'ONA, è stato conseguito un eccellente risultato.
Ora sono utilizzati i vaccini monodose e monovalenti.
In più, questi nuovi vaccini, sono privi di contaminazioni con metalli pesanti ed additivi.
In più, queste vaccinazioni dovranno essere eseguite nella sanità pubblica con protocolli militari, mirati ed esami dello stato di salute del vaccinando (esami prevaccinali) e la verifica successiva alla vaccinazione (sorveglianza post vaccinale).
L'Avv. Ezio Bonanni ha ottenuto significativi risultati nella tutela delle vittime del dovere.
In molti casi, ha dimostrato, come per Lorenzo Motta, che sono state somministrate fino a 10, 12, 14 dosi di vaccino.
Questa pratica ha abbattuto le difese immunitarie, poi messe a dura prova anche dalla esposizione a polveri e fibre di amianto.
In molti casi poi ci sono state le esposizioni a radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, per campi elettromagnetici e l'utilizzo di proiettili ad uranio impoverito.
I vaccini sono molto importanti. La vicenda dell'epidemia di COVID-19 è esemplificativa del ruolo fondamentale della profilassi vaccinale.
Tuttavia, è molto importante un uso proprio dei vaccini, per evitare che la loro somministrazione non sia dannosa alla salute.
Francesco Rinaldelli era un alpino. Ha perso la vita colpito da un cancro nel 2008 all'età di 26 anni.
In precedenza era stato sottoposto a delle vaccinazioni senza controllo. Una vaccinazione dietro l’altra, e poi la diossina di amianto di Porto Marghera.
Suo padre, giorno dopo giorno, continua la sua battaglia per la verità e la giustizia.
Sono ancora 3.500 i militari sottoposti a sorveglianza sanitaria per il rischio legato alle vaccinazioni incontrollate.
Il Rinaldelli ha rivelato che il figlio è stato sottoposto a delle vaccinazioni multiple, senza le quali avrebbe rischiato di perdere il suo lavoro.
Ha confermato che le vaccinazioni erano praticate fino a 14 al giorno sulla stessa persona senza alcun controllo dello stato di salute, con effetti disastrosi per le condizioni immunitarie.
L'Avv. Ezio Bonanni, titolare dell'omonimo studio legale Avvocato Ezio Bonanni, denuncia la situazione di rischio che coinvolge più di 3.500 militari che sono stati sottoposti a pratiche vaccinali errate.
Queste pratiche vaccinali, altamente lesive della salute, hanno provocato e continuano a provocare danni incalcolabili.
Lo studio legale dell'Avv. Ezio Bonanni assicura i più elevati standard di tutela per le vittime della somministrazione di vaccini multipli e contaminati.
L'Avv. Ezio Bonanni è presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto (ONA). In questa qualità, ha svolto un ruolo decisivo per bloccare le condotte dannose per i nostri militari.
Molti risultati sono stati già raggiunti.
Lorenzo Motta ha ottenuto la significativa decisione del Consiglio di Stato, n. 837 del 2016, che riconosce la causa di servizio e la qualità di vittima del dovere.
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 837/2016, ha rigettato l'impugnazione del Ministero della Difesa. È stata confermata la sentenza del TAR del Lazio, che aveva accertato e dichiarato la riconducibilità delle patologie del Sig. Lorenzo Motta alla somministrazione di vaccini multipli e contaminati, proprio poco prima della partenza in missione.
Per il caso di Lorenzo Motta è dimostrata l'esposizione ad un cocktail di cancerogeni: dall'uranio impoverito all'amianto, e poi la depressione del sistema immunitario in seguito a pratiche vaccinali multiple e con additivi e contaminanti.
Il Consiglio di Stato con la decisione n. 837/2016, ha stabilito che: “nei casi come quello in esame, nell’accertare i presupposti sostanziali della dipendenza della patologia da causa di servizio la P.A. procedente ed i suoi organi tecnici sono gravati da un onere di istruttoria e di motivazione assai stringente, circa la sussistenza inconcreta, delle circostanze straordinarie e dei fatti di servizio che hanno esposto il militare ad un maggior rischio rispetto alle condizioni ordinarie di attività.
Non considerano le appellanti che, nei casi delicati qual’è quello in esame, all’interessato basta dimostrare l’insorgenza della malattia in termini probabilistico – statistici, non essendo sempre possibile stabilire un nesso diretto di causalità tra l’insorgenza della neoplasia e di contesti operativi complessi o degradati sotto il profilo bellico o ambientale in cui questi è chiamato ad operare”.
L'onere della prova è, quindi, a carico del Ministero che deve dimostrare l'origine esclusivamente extraprofessionale per poter evitare la condanna al riconoscimento della causa di servizio.
Trova applicazione, in questo caso, il principio della vicinanza della prova. In base a questo principio è colui che ha tutti gli elementi che deve dimostrare l'eziologia, eventualmente non professionale, della patologia.
La storia di Lorenzo è un caso emblematico perché giovanissimo in servizio nella MM, ha navigato in missione nel Mediterraneo, nel Canale di Suez, Stretto di Gibilterra, Golfo Persico, etc., all’età di 24 anni nel dicembre 2005, dopo aver navigato per circa 5 anni, è stato colpito da linfoma di Hodgkin.
Questo cancro è stato causato sia dalla pratica vaccinale errata, che dalle radiazioni ad uranio impoverito e dalle nanoparticelle che si sono sprigionate in seguito alla deflagrazione dei proiettili ad uranio impoverito.
L'Avv. Ezio Bonanni, in qualità di legale abilitato all'esercizio della professione, anche presso le Magistrature Superiori, continua la sua attività di assistenza in favore delle vittime dei vaccini contaminati.
Inoltre si occupa di tutelare le vittime di amianto, i cui rischi per la salute sono illustrati in "Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022". Per segnalare siti contaminati si può utilizzare l'APP predisposta dall'ONA.