Nuovi test diagnostici utilizzano il siero del sangue e la spettroscopia a infrarossi per identificare il mesotelioma nelle sue fasi iniziali. Il test sanguigno potrebbe rappresentare una vera svolta per la diagnosi della patologia.
L’importanza dei test precoci per comprendere l’MPM
Il mesotelioma pleurico maligno (MPM) è un cancro aggressivo associato all'esposizione a minerali fibrosi, quali l’amianto.
Tosse secca, leggera mancanza di respiro, affaticamento, debolezza muscolare, raucedine e difficoltà a deglutire sono sintomi precoci comuni del mesotelioma.
Dal momento che questi “campanelli d’allarme" sono simili ai segni di altre malattie respiratorie, benigne o maligne, la diagnosi arriva tardivamente.
Di conseguenza, meno del 25% dei pazienti con mesotelioma pleurico si qualifica persino per la chirurgia aggressiva e il trattamento multimodale più efficace.
La maggior parte dei pazienti riceve solo chemioterapia standard e ha una sopravvivenza mediana di dodici mesi. Testare precocemente la patologia risulta dunque fondamentale.
Trattamenti poco efficaci portano a scarsi risultati
La diagnosi di mesotelioma arriva dopo studi di imaging, tra cui radiografie del torace, TC, risonanza magnetica e scansioni PET.
Come accennato, i pazienti vengono poi sottoposti a procedure chirurgiche più invasive come una toracentesi per ottenere un campione di biopsia e una toracoscopia per una biopsia del tessuto pleurico.
Trattamenti costosi e invasivi che purtroppo non danno risultati promettenti. Comprendere il meccanismo molecolare del MPM e saperlo distinguere da altre malattie polmonari in una fase iniziale, consente dunque di applicare strategie di trattamento efficaci, per l'aumento del tasso di sopravvivenza.
A sostenere questa tesi è il coautore dello studio Dr. Feride Severcan, della Facoltà di Medicina dell'Università di Altinbas (Bulgaria).
«Una diagnosi precoce dal siero del sangue facilmente raccolto è un approccio molto prezioso. Essa aumenta le possibilità di un trattamento di successo e del tasso di sopravvivenza».
Strumenti utilizzati per effettuare i test sul siero
Lo studio ha effettuato dei test sul siero del sangue mediante "spettroscopia a trasformata di Fourier" (ATR-FTIR). Ad essa si è abbinata un'analisi multivariata dei componenti principali (PCA), la macchina vettoriale di supporto (SVM) e in particolare l'analisi discriminante lineare (LDA) agli spettri infrarossi.
Utile precisare che ATR-FTIR è una tecnica utile a determinare la struttura delle molecole che raccolgono uno spettro vibrazionale molecolare, analizzando anche piccole quantità di siero del sangue.
«Sulla base delle misurazioni FTIR, è possibile ottenere le impronte molecolari dei campioni di siero e i cambiamenti strutturali e compositivi nei componenti di quel fluido possono servire come biomarcatori per i primi segni della malattia», ha spiegato Severcan.
La ricerca, condotta da scienziati e medici ad Ankara e Istanbul, in Turchia, sarà pubblicata nell’ottobre 2022 su Molecular Basis of Disease.
Come si sono svolti i test sui campioni di sangue?
I campioni di sangue sono stati prelevati da un gruppo di controllo composto da 25 pazienti con mesotelioma maligno, 31 con tumore ai polmoni, 26 con versamenti pleurici non maligni e 30 individui sani. L'obiettivo era distinguere tra cancro ai polmoni, versamenti benigni, tessuti sani e mesotelioma attraverso vari biomarcatori.
Per i quattro diversi gruppi, si è ottenuta un'analisi discriminante lineare con un rating di precisione dell'87,5%, che mostra un potenziale promettente.
Perché identificare la composizione biomolecolare?
I risultati dei test hanno svelato la composizione biomolecolare. Le differenze strutturali tra i quattro campioni di siero hanno dimostrato altresì che il versamento essudativo sano e benigno, il cancro ai polmoni e i gruppi MPM, possono effettivamente essere distinti con successo.
Essenzialmente, il test potrebbe portare a una diagnosi precoce di mesotelioma prima dei sintomi evidenti.
Cosa che consentirebbe di iniziare ogni trattamento, quando la malattia è in fase iniziale.
Essendo non invasivo, l'esame potrebbe essere effettuato facilmente, a bassi costi e su larga scala, sui soggetti ad alto rischio esposti all'amianto.
«Una diagnosi precoce dal siero del sangue facilmente raccolto è un approccio molto prezioso», hanno concluso gli autori. «In assenza di test diagnostici affidabili non invasivi oggi, sono c’è urgente bisogno di trovare soluzioni. Il nostro studio può essere una guida per studi futuri».
ONA sostiene l’importanza della diagnosi precoce
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Fonti
Biochim Biophysica Acta Molecular basis of disease