Le guerre del Golfo (Prima e Seconda Guerra del Golfo) o guerre in Iraq sono tristemente legate alla cosiddetta Sindrome della Guerra del Golfo che ha colpito i militari impegnati nelle missioni, oltre che la popolazione civile.
Il riconoscimento della Sindrome della Guerra del Golfo da parte delle amministrazioni ha richiesto molto tempo. I militari maggiormente colpiti furono i veterani americani delle guerre del Golfo, che avevano un contingente maggiore di forze impiegate. Seguirono i veterani inglesi. Anche l'Italia partecipò alla coalizione multinazionale guidata dagli USA e anche i militari italiani furono vittime di questa sindrome o di altre malattie causate dall'esposizione a sstanze nocive sul teatro di guerra.
In Iraq sono stati usati proiettili all’Uranio Impoverito. Grazie alla densità di questo materiale la capacità di perforazione del proiettile aumenta e così la sua efficacia distruttiva. L'esposizione all'uranio impoverito è dannosa a causa delle radiazioni ionizzanti, ma lo è soprattutto per l'esposizione a metalli pesanti e particolato di varia dimensione in seguito alle detonazioni.
La combustione ad altissima temperatura di bersagli metallici colpiti dai proiettili all’uranio impoverito disperde infatti nell'ambiente nanoparticelle di metalli pesanti. Una volta inalate o ingerite, ma anche attraverso la contaminazione di acqua e suolo e l'ingresso nella catena alimentare, provocano malattie gravissime: una vera e propria epidemia.
In questa guida scopriamo cos'è la sindrome della Guerra del Golfo. Scopriamo anche i numeri di questa epidemia e tutto sulla tutela legale degli esposti. T
L'Avvocato Ezio Bonanni ha seguito personalmente numerosi contenziosi legati al riconoscimento di causa di servizio e vittime del dovere per alcuni militari italiani affetti da malattie correlate all'uso di uranio impoverito e per il risarcimento integrale dei danni alle vittime e ai loro famigliari.
La sindrome della guerra del Golfo, GWS (Gulf War Syndrome) è un disordine cronico e multi-sintomatico che ha colpitio i veterani militari di ritorno dalla guerra del Golfo. Tra i sintomi della Sindrome della Guerra del Golfo ci sono affaticamento cronico, dolore muscolare, problemi cognitivi, insonnia, eruzioni cutanee e diarrea. Circa 250.000 dei 697.000 veterani statunitensi che hanno prestato servizio nella guerra del Golfo del 1991 sono affetti da patologie croniche a più sintomi, una condizione con gravi conseguenze.
Il governo degli Stati Uniti ha riconosciuto la causa di servizio ai veterani statunitensi che ne sono affetti, che non hanno quindi bisogno di dimostrare una connessione tra l'impiego militare in Iraq e le seguenti affezioni croniche: CFS, fibromialgia, sindrome dell'intestino irritabile, dispepsia funzionale e altri disordini funzionali dell'apparato gastroenterico. Anche le morti per tumore cerebrale e sclerosi laterale amiotrofica sono state riconosciute dal Defence and Veterans Affairs departments come potenzialmente connesse al servizio durante la guerra.
Oggi il Veterans Affairs Department degli Stati Uniti preferisce servirsi della dicitura "malattia cronica multisintomo" (CMI) piuttosto che Sindrome della Guerra del Golfo.
Una ricerca pubblicata a inizio 2016 sulla rivista scientifica Cortex sancisce un nesso causale tra la sindrome e l'esposizione a pesticidi e repellenti per insetti e/o a PB (piridostigmina bromuro, farmaco usato per la protezione contro agenti nervini). Inoltre stabilisce un nesso tra la sindrome e l'esposizione ad agenti nervini sarin/cyclosarin e alle emissioni dovute all'incendio dei pozzi petroliferi.
Al meeting nel dicembre 2005 del Research Advisory Committee on Gulf War Veterans' Illnesses furono considerate le seguenti cause:
Durante la guerra molti pozzi petroliferi furono dati alle fiamme, e i fumi furono inalati da molti soldati, che soffrirono di polmoniti acute e altri disturbi cronici, tra cui asma e bronchiti. Tuttavia nessun pompiere assegnato a questi incendi, pur respirando i fumi, sviluppò i sintomi della sindrome. Il legame quindi tra fumi dei pozzi e sindrome non è ancora chiaro.
L’UNIDIR (United Nations Institute for Disarmament Research), con sede a Ginevra, nel suo report “Disarmament Forum – Uranium Weapons” del 2008 riportava le seguenti quantità di Uranio Impoverito utilizzato in munizionamento dagli Stati Uniti:
Alle quantità sopra riportate devono essere aggiunte quelle utilizzate dalle forze armate del
Regno Unito (UK), sparate soprattutto dai carri armati britannici “Challenger II”.
Dai documenti pubblicati in conformità con il “Freedom of Information Act”, William ARKIN ha
stimato che alla fine della Prima Guerra del Golfo sui campi di battaglia restavano approssimativamente 300 tonnellate di Uranio Impoverito, mentre secondo le stime della LAKA FOUNDATION la quantità di UI dispersa nella regione del Golfo è di 800 tonnellate.
La zona Sud-Est dove operava il contingente italiane risulta una delle più bomborgìdate con proiettili contenenti uranio impoverito.
L’Uranio Impoverito (UI) è un sottoprodotto del processo di arricchimento dell’Uranio, in cui l’Uranio-235 (U235) viene impoverito di due terzi del suo contenuto originario di Uranio naturale.
La Commissione di Regolamentazione del Nucleare degli Stati uniti lo classifica infatti come materiale utilizzabile solo dietro autorizzazioni generali specifiche.
Quando un proiettile di uranio impoverito colpisce un bunker o un carro armato, alla sua esplosione ad alta temperatura rilascia nell’ambiente nanoparticelle di metalli pesanti. Tra questi compare il piombo che lo IARC nel volume 77 del 2006 inserisce tra i possibili cancerogeni per l’uomo, di comprovata tossicità e in grado di causare gravi danni biologici, indipendentemente dalla capacità cancerogena.
Se l’uranio impoverito viene inalato, il metallo radioattivo si deposita nei polmoni e in altri organi, causando diversi tipi di cancro.
La puntata di ONA TV: Uranio impoverito, la dura battaglia dei militari italiani approfondisce il tema dei fattori di rischi per i soldati italiani rispetto all'uranio impoverito in ex-Jugoslavia.
Gli effetti sulla salute dell’Uranio Impoverito possono essere approfonditi su “Depleted Uranium. Sources, exposures and health effects” , documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Tra le patologie che hanno maggiormente colpito gli esposti ad uranio impoverito ci sono:
Leggi tutto sulle: stragi dei militari per uranio impoverito
Quando la polvere si dissolve, in quanto emittente di particelle alfa, l’uranio impoverito ha una vita media di 4.500 milioni di anni.
Per tali motivi, numerosi governi, organizzazioni umanitarie e organismi internazionali hanno chiesto una moratoria sul loro uso.
L’esercito degli Stati Uniti afferma di “attenersi a statuti, regolamenti e procedure stabiliti”. L’art. 183 di Diritto internazionale suggerisce diversamente:
La sottocommissione delle Nazioni Unite per la prevenzione e la protezione delle minoranze, nel 1996 ha approvato una risoluzione che vieta le armi DU.
l’ONU ha dichiarato la preoccupazione per “le attrezzature contaminate abbandonate che [possono] costituire un grave pericolo per la vita” e ha preso atto dei “rapporti ripetuti sulle conseguenze a lungo termine dell’uso di tali armi sulla vita umana e sull’ambiente”.
Ha esortato tutti i Paesi a “frenare la produzione e la diffusione di armi di armi di distruzione di massa o con effetto indiscriminato, in particolare… armamenti contenenti uranio impoverito”.
L’Osservatorio Nazionale Amianto, di cui l'Avvocato Ezio Bonnani è Presidente, ha istituito il servizio di assistenza medica e legale per le vittime dell’uranio impoverito e dei vaccini militari.
La Sindrome della Guerra del Golfo infatti non è l'unica forma di multi malattia cronica che ha colpito i materiali. Ricordiamo la Sensibilità Chimica Multipla che ha colpito il Colonnello Calcagni, contaminato da ben 28 metalli pesanti e come lui altri militari., il linfoma di Hodgin e altre malattie e forme di cancro.
È sufficiente contattare l’ONA per ottenere la tutela, prima di tutto medica, e poi legale con riferimento a tutti i danni che i nostri militari, della Marina Militare, dell’Esercito e dell’Aeronautica, e degli altri Corpi dello Stato, hanno subito per aver partecipato alle missioni in territori in cui sono stati utilizzati proiettili all’uranio impoverito e per l’utilizzo di pratiche vaccinali, con somministrazioni multiple e di vaccini con additivi.
Coloro che per esposizione a nanoparticelle di proiettili all’uranio impoverito, ovvero a radiazioni e/o particelle di metalli pesanti, hanno contratto infermità hanno diritto al riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere.
L’Avv. Ezio Bonanni è stato audito dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta il 06.12.2017 (video dell’audizione dell’Avv. Ezio Bonanni presso la Commissione Uranio Impoverito).
L’avvocato ha illustrato le condizioni di rischio cui sono stati esposti i nostri militari, non solo per la presenza di amianto, ma anche di altri cancerogeni e, a maggior ragione, nei casi in cui sono stati utilizzati proiettili all’uranio impoverito, peraltro senza che i nostri militari ne fossero informati, e dotati di strumenti di cautela e protezione.