Come funziona il risarcimento danni in caso di decesso della vittima? In questa guida parliamo del risarcimento dle danno e in particolare del risarcimento agli eredi legittimi della vittima deceduta. Ci occupiamo in particolare del risarcimento dei danni amianto, ma il discorso può essere applicato agli eredi delle vittime di altri cancerogeni. Questo escludendo le tutele specifiche legate all'esposizione all'asbesto.
L'Avvocato Ezio Bonanni si occupa da decenni di lotta all'amianto, potente cancerogeno come confermato dall'ultima monografia IARC sull'asbesto. Presidente dell'ONA - Osservatorio Nazionale Amianto, definde le vittime di esposizione lavorativa a tutti i patogeni, comprese le vittime del dovere e il personale delle Forze Armate e Comparto Sicurezza.
Purtroppo, esistono situazioni più comuni di quanto vorremmo in cui la vittima di un danno perde la vita. In questi casi, il diritto al risarcimento del danno passa ai famigliari superstiti, che sono gli eredi legali della vittima. Essi hanno il diritto di ricevere un completo risarcimento dei danni subiti.
In questa guida esploreremo i diritti dei familiari superstiti, chi sono gli eredi legali e come ottenere tutti i risarcimenti previsti dalla legge e come richiedere una consulenza legale gratuita.
Il risarcimento del danno è un ristoro che è dovuto a chi subisce un danno, e può essere di natura patrimoniale o non patrimoniale.
La vittima di malattia professionale ha diritto all’integrale risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali. Le patologie asbesto correlate determinano infatti un danno biologico, oltre che morale esistenziale e patrimoniale. In molti casi, troppi, esse conducono alla morte della vittima.
In questo caso il diritto al risarcimento del danno spetta a coloro che sono considerati gli eredi legali della vittima ai fini legali.
Ma chi sono ai fini legali gli eredi legittimi della vittima che hanno diritto al risarcimento integrale dei danni subiti dalla vittima?
Il risarcimento del danno parentale spetta anche a coloro che possono dimostrare di avere un legame affettivo con la vittima e che hanno subito un cambiamento radicale nella propria vita a causa della perdita.
Oltre al risarcimento del danno Iure Hereditatis, cioè il danno subito dalla vittima e passato agli eredi, gli eredi legittimi hanno diritto anche al risarciemnto dei danni subiti Iure Proprio.
Quindi, innanzitutto, i danni risarcibili ai familiari superstiti possono essere suddivisi in due categorie principali: i danni subiti autonomamente dai parenti (danno iure proprio) e quelli subiti dalla vittima stessa (danno iure hereditatis).
Il danno iure hereditatis è il danno originariamente subito dalla vittima e che viene trasferito ai suoi eredi. Gli eredi legali hanno il diritto al risarcimento, ad esempio, del danno biologico derivante da invalidità che la persona danneggiata ha subito tra l'evento lesivo e la morte.
Il danno iure proprio, invece, riguarda i pregiudizi patrimoniali e non patrimoniali subiti direttamente nella propria sfera personale a seguito della morte del familiare. Ciò include, ad esempio, le spese sostenute per far fronte al danno (come costi per medicine e visite specialistiche) o il danno biologico, se la sofferenza causata dalla perdita del familiare ha causato una lesione all'integrità psicofisica del superstiti.
In entrambe le categorie devono essere risarciti sia i danni patrimoniali che quelli non patrimoniali subiti.
I danni non patrimoniali includono tutti quei danni che arrecano pregiudizio alla persona e non al patrimonio economico.
Secondo un'interpretazione orientata costituzionalmente dell'articolo 2059 del codice civile, il danno non patrimoniale rappresenta una categoria ampia che comprende il danno morale soggettivo e qualsiasi situazione in cui si verifichi un'ingiusta lesione di un valore intrinseco della persona protetto costituzionalmente. Secondo la sentenza della Cassazione n. 26972/2008; n. 4053/2009, il danno risarcibile non deve essere insignificante e non deve consistere in semplici disagi o fastidi.
Il danno biologico è la conseguenza di un danno subito che arreca lesioni alla salute e quindi all'integrità fisica e psichica della vittima. Esso può riguardare sia il danno iure proprio che il danno iure hereditatis. Poiché si tratta di un danno non patrimoniale, non è facilmente quantificabile e si fa riferimento alle Tabelle di Milano per calcolarlo.
Il danno morale consiste nella sofferenza interiore soggettiva ed è considerato parte della categoria del danno biologico.
Secondo la definizione delle Sezioni Unite della Cassazione, il danno morale è "la sofferenza morale, senza ulteriori connotazioni in termini di durata, che costituisce un pregiudizio non patrimoniale. Deve trattarsi di un turbamento dell'anima, di un dolore sofferto che non abbia generato degenerazioni patologiche della sofferenza."
Il danno esistenziale è un danno non patrimoniale che danneggia i valori esistenziali del danneggiato. Si differenzia dal danno morale perché è tangibile, concreto e visibile all'esterno, e si manifesta nell'incapacità di svolgere le normali attività quotidiane.
Il danno tanatologico è il danno derivante dalla sofferenza patita dal defunto prima di morire a causa di lesioni fisiche derivanti da un'azione illecita compiuta da terzi. Non tutti i giuristi concordano sulla risarcibilità del danno tanatologico. In ogni caso, si applica solo nei casi in cui l'intervallo di tempo tra il decesso e la lesione non sia apprezzabile, al fine di escludere altre cause di morte.
Il danno parentale è il danno riconosciuto per compensare il dolore e la mancanza subiti a causa della perdita di una persona cara e del legame affettivo. In passato, era necessario dimostrare la convivenza con la vittima. Tuttavia, oggi è necessario provare il legame affettivo tra la vittima e il familiare, che deve essere costante e comportare un radicale stravolgimento della propria vita a seguito del decesso.
I danni patrimoniali si applicano sia alla sfera del risarcimento iure proprio che iure hereditatis. Come menzionato in precedenza, essi riguardano i danni subiti dal patrimonio economico a seguito dell'illecito. Si distinguono tra danni patrimoniali da lucro cessante e danno emergente.
Quali sono i termini di prescrizione per il diritto al risarcimento a favore dei familiari superstiti della vittima di un danno direttamente collegato al decesso?
Per il risarcimento ai familiari iure proprio, il termine di prescrizione è di 5 anni, come per lo iure hereditatis.
Secondo l'articolo 2947 del codice civile, se il fatto è considerato dalla legge come un reato e per tale reato è previsto un termine di prescrizione più lungo, come nel caso di omicidio colposo, tale termine deve essere applicato anche all'azione civile. Ciò significa che quando il decesso del familiare costituisce un reato di omicidio colposo, il termine di prescrizione da applicare alla causa civile sarà di 10 anni, il termine più lungo previsto per il reato.
I termini di prescrizione decorrono dal momento in cui il danno viene percepito come un danno ingiusto causato dal comportamento di un terzo.
I familiari superstiti della vittima che ha contratto il mesotelioma riconosciuto come malattia professionale o riconosciuta come tale hanno diritto a tutte le prestazioni INAIL alle quali la vittima aveva diritto, nonché ai benefici contributivi dell'INPS. I superstiti delle vittime del dovere hanno diritto all'equo indennizzo e a tutte le prestazioni previste per il defunto. Oltre al danno patrimoniale e a quello biologico, essi hanno diritto al risarcimento integrale dei danni, che comprende anche il danno morale ed esistenziale.
Qui di seguito vediamo nel dettaglio tutti i ristori previsti per gli eredi legittimi delle vittime di malattie amianto correlate.
Le prestazioni fornite dall'INAIL consistono in un sostegno economico per coloro che hanno contratto una malattia professionale al fine di compensare il danno biologico subito a causa del lavoro e la conseguente riduzione del reddito e della capacità lavorativa causata dall'invalidità.
L'INAIL, ovvero l'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, è un ente pubblico non a scopo di lucro che si occupa di fornire assistenza ai lavoratori che subiscono infortuni sul lavoro o malattie professionali. Le prestazioni economiche dell'INAIL relative all'amianto, ad eccezione dell'indennità temporanea e dell'integrazione della rendita diretta, non sono soggette a tassazione e non possono essere sequestrate o cedute.
I legittimi eredi possono ottenere una rendita dell'INAIL anche nel caso in cui la vittima non fosse stata riconosciuta come affetta da una malattia professionale in vita e non avesse ancora beneficiato della rendita INAIL per malattia professionale. Grazie al dipartimento di medicina legale dell'ONA e all'Avv. Ezio Bonanni, è possibile stabilire il collegamento tra la morte e la malattia professionale al fine di garantire la protezione dei diritti dei familiari sopravvissuti.
Come viene calcolata la liquidazione della rendita INAIL? Con il provvedimento del 04.12.2020, sono stati emessi decreti del Ministero del Lavoro che hanno rivalutato le prestazioni dell'INAIL. Si parte da una retribuzione considerata pari a 25.106,52 euro per i lavoratori dell'industria, mentre per i lavoratori autonomi la cifra è di 16.636,20 euro.
Il coniuge superstite ha diritto a una rendita di reversibilità dall'INAIL fino alla morte o in caso di un nuovo matrimonio. La rendita di reversibilità per il coniuge viene calcolata in base alla massima retribuzione convenzionale del settore industriale, pari al 50%.
I figli della vittima, invece, hanno diritto a ricevere una rendita di reversibilità dall'INAIL fino all'età di 18 anni. Se sono studenti, la prestazione viene prolungata fino all'età di 21 anni o 26 anni nel caso di studenti universitari. Oltre a queste eccezioni, dopo i 18 anni, tale diritto spetta solo a quei figli orfani che, al momento del decesso, convivevano con il genitore e non avevano un lavoro retribuito. Questa prestazione INAIL corrisponde al 20% per ciascun figlio.
Oltre alla rendita vitalizia INAIL di reversibilità in ratei mensili, che si somma alla pensione di reversibilità INPS, i superstiti hanno diritto ad altre prestazioni.
Per esempio gli eredi possono fare richiesta per i benefici contributivi amianto, al fine di rivalutare la pensione di reversibilità. Attraverso l’esibizione all’INPS del certificato INAIL di esposizione all’amianto, infatti, la pensione reversibile INPS viene rivalutata con il coefficiente 1,5. In questo modo i contributi per il periodo di esposizione ad amianto hanno un valore aggiuntivo del 50%.
I superstiti possono richiedere anche il Fondo Vittime Amianto. Infatti, nel caso di riconoscimento di malattia professionale per esposizione ad asbesto, l’INAIL aggiunge alla rendita di reversibilità anche la prestazione aggiuntiva del Fondo Vittime Amianto, dal valore del 15%.
In caso di mesotelioma, ne hanno diritto anche le vittime di esposizione ambientale e domestica. In questi casi la prestazione è una tantum di 10.000 euro.
Oltre al grado di invalidità, è necessaria la cittadinanza italiana e l’assenza di condanne penali che non vada oltre i 2 anni.
In base all’art. 85 del d.p.r. 1124/1965, i superstiti possono presentare la domanda amministrativa INAIL per ottenere l’assegno funerario dell’INAIL, del valore di 10.050 euro. L’assegno funerario è una prestazione erogata una tantum, per le spese sostenute per il funerale del lavoratore deceduto per malattia professionale.
La condizione è che sussistano i requisiti di titolarità della rendita o che abbiano anticipato le spese del funerale (art. 85 co. 4 del DPR 1124/65).
Il superstite deve presentare la domanda alla sede INAIL competente, in base al domicilio del lavoratore deceduto, tramite sportello oppure per posta ordinaria. L’ONA offre assistenza gratuita nella richiesta dell’assegno funerario INPS.
Lo speciale assegno continuativo mensile INAIL è erogato in favore del coniuge e dei figli dei lavoratori, già titolari di rendita diretta INAIL e deceduti per cause indipendenti dall’infortunio o dalla malattia professionale, a condizione che il grado invalidante fosse non inferiore al 65% (fino al 2006). Per i casi successivi al 2006, la menomazione all’integrità psicofisica non deve essere inferiore al 48%.
I potenziali aventi diritto, per ottenere lo speciale assegno continuativo mensile, non devono percepire rendita INAIL, prestazioni economiche previdenziali o altri redditi (escluso il reddito della casa di abitazione), di importo pari o superiore a quello dell’assegno speciale.
La quota per il coniuge è pari al 50%, fino alla morte o a un nuovo matrimonio. Mentre a ciascun figlio spetta il 20%, fino ai 18 anni (per gli studenti fino a 21 anni oppure 26, se studenti universitari, viventi a carico e senza un lavoro retribuito). In caso di decesso di entrambi i genitori, la quota parte spettante è pari al 40% per ciascun figlio orfano e del 50% per ciascun figlio inabile, finché dura l’inabilità.
L’erogazione integrativa di fine anno è una prestazione economica corrisposta ai grandi invalidi, reversibile ai familiari superstiti della vittima. Spetta a chi ha grado di inabilità tra 80% e 100%, valutato in base alle tabelle allegate al Testo Unico (d.p.r. 1124/1965).
È concessa anche a chi ha grado di menomazione tra il 60% e 100%, valutato secondo le tabelle di cui al d.m. 12 luglio 2000, dal 1 gennaio 2007, a condizione che il reddito personale non superi i limiti stabiliti ogni anno dall’INAIL.
Il brevetto e distintivo d’onore sono prestazioni di natura economica e onorifica. Ogni anno l’INAIL consegna brevetti e distintivi d’onore ai grandi invalidi.
Il requisito é il grado di inabilità tra 80% e 100%, valutato in base alle tabelle allegate al testo Unico (d.p.r. 1124/1965) oppure il grado di menomazione tra il 60% e 100%, valutato secondo le tabelle di cui al d.m. 12 luglio 2000, dal 1 gennaio 2007.
Spettano anche ai mutilati del lavoro, con grado di inabilità tra 50% e 79%, valutata in base alle tabelle allegate al t.u., oppure grado di menomazione tra 35% e il 59%, valutato secondo le tabelle di cui al d.m. 12 luglio 2000, dal 1 gennaio 2007.
Per le vittime di malattie amianto che hanno prestato servizio nel comparto Sicurezza e nelel Forze Armate si ha la causa di servizio. Quando la malattia ha origini dall’esposizione ad amianto, si rientra nell’ambito della equiparazione a vittima del dovere.
In caso di decesso, i superstiti, quindi la moglie e figli fino a 26 anni, hanno diritto alla pensione di reversibilità. Con il riconoscimento di causa di servizio, sussiste il diritto alla pensione privilegiata e, con il riconoscimento di vittima del dovere, sussistono anche altri diritti in favore degli stessi superstiti tra cui speciali assegni ed elargizioni.
In caso si sia orfani di vittima del dovere, spesso la giurisprudenza non riconosce i diritti che spetterebbero se quando è avvenuto il decesso del familiare, non erano a carico fiscale e se la prestazione è erogata già al coniuge della vittima.
Il rigetto dei diritti si basa sull’art. 6 della L. 466/1980 e su SS.UU. 22753/2018. Tuttavia, l’Avvocato Bonanni valuta entrambi questi appigli irrilevanti e ha ottenuto l’appoggio di diverse Corti di merito. Per esempio, la Corte di Appello di Genova, in funzione di Magistratura del lavoro, n. 575/2019 ha ritenuto, infatti, non applicabile l’art. 6 della L. 466/1980 perché fa riferimento alla sola speciale elargizione. In più, anche l’applicazione di SS.UU. 22753/2018 risulta infondata, dato che questa pronuncia fa riferimento solo ai fratelli e sorelle non a carico.
Recentemente la Corte di Cassazione ha affrontato la delicata questione (Civile Ord. Sez. 6, N. 15224 del 2021). Ma ha dichiarato di non aver ancora una posizione in merito. Anche Cassazione, Sez. Lav., 11181 del 2022 ha espresso parere negativo.
Tuttavia l’Osservatorio Nazionale Amianto continua la sua azione di tutela e invita tutti gli orfani di vittima del dovere non a carico a proseguire nelle loro richieste e ad impugnare le sentenze vittime del dovere risultate negative. Approfondisce la delicata questione anche l’episodio di ONA TV: “Mesotelioma nelle forze armate e tutela degli orfani“.
L’Osservatorio Nazionale Amianto ha predisposto il servizio di assistenza legale gratuita dedicato sia alle vittime di malattia professionale sia ai famigliari. Grazie al team coordinato dall’Avv. Bonanni si tutelano tutti i diritti dei superstiti, si può ottenere la rendita di reversibilità e il risarcimento amianto.
È possibile richiedere la propria consulenza gratuita chiamando il numero verde o compilando il form che trovate qui sotto: