Cosa si intende per prevenzione? La prevenzione consiste nell'applicare una serie di misure, interventi o comportamenti volti ad impedire o quantomeno arginare, il manifestarsi di eventi pericolosi per la salute, come la malattia, malattie asbesto correlate e infortuni. Esistono tre tipi di prevenzione: quella primaria, secondaria e terziaria, rispetto a tutti i rischi. Tutti i profili di tutela agiscono con circolarità: prevenzione primaria, secondaria e terziaria non sono slegate l’una dall’altra e costituiscono lo strumento fondamentale per tutelare la salute.
In questa guida scopriamo cosa sono e come si differenziano i tre tipi di prevenzione e approfondiamo la loro applicazione rispetto al richio amianto e alla presenza di altri cancerogeni nei luoghi di vita e di lavoro.
L'Avv. Ezio Bonanni è in prima linea in Italia nella lotta all'amianto e con ONA - Osservatorio Nazionale Amianto, di cui è Presidente, si occupa di prevenzione a 360°.
La salute che è un bene primario contemplato nell’art. 32 della Costituzione Italiana in quanto diritto del singolo individuo e interesse della collettività.
La salubrità dell’ambiente e dei luoghi di vita e di lavoro è essenziale per eliminare i fattori di rischio responsabili dell’insorgenza di numerose malattie (approfondisci su Salute e ambiente: un legame inscindibile).
La prevenzione, come già accennato, consiste proprio nell’impedire o arginare gli eventi pericolosi e diminuire i fattori di rischio, per l’uomo e per l’ambiente che lo circonda, in modo da impedire il manifestarsi di malattie correlate a quei fattori di rischio.
Gli agenti e le condizioni ambientali che possono intaccare la salute dei soggetti esposti si possono valutare attraverso tre criteri:
Il pericolo riguarda la potenziale nocività. Nel D.Lgs 81/2008, all’art.2, n.1, lett.r, viene definito come: “proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni”, dove per fattore s’intende una sostanza, un attrezzo, un metodo di lavoro, eccetera.
Il rischio è ciò che aumenta in maniera statisticamente significativa la probabilità di sviluppare una certa patologia. È la probabilità che un agente patogeno possa manifestarsi nei soggetti esposti e si può calcolare attraverso la cosiddetta “incidenza cumulativa”, ovvero la proporzione tra il numero di nuovi casi di malattia verificatasi in un determinato intervallo di tempo e la popolazione all’inizio del periodo considerato.
La stima dell'impatto sulla salute è una combinazione di procedure, metodi e strumenti con i quali si possono stimare gli effetti potenziali sulla salute di una popolazione. Stima così il carico aggiuntivo di malattia che grava sulla popolazione esposta al tipo di agente considerato. La stima d’impatto serve a definire le priorità degli interventi messi in atto in ambito di salute pubblica.
La prevenzione primaria consiste in una serie di attività focalizzate all’adozione di interventi e comportamenti in grado di evitare o ridurre l’insorgenza e lo sviluppo di una malattia, selezionando e trattando le condizioni di rischio.
La prevenzione primaria agisce sui fattori di rischio modificabili che possono essere di tipo ambientale (come i patgeni presenti nei luoghi di lavoro) o comportamentali (come per esempio l'abitudine al fumo di sigaretta). Promuovere uno stile di vita sano, lottare contro l’abitudine al fumo, dotarsi di dispositivi di protezione individuale adatti a evitare le esposizione a cancerogeni sui posti di lavoro sono solo alcuni degli elementi fondamentali della prevenzione primaria.
Nella settima puntata di ONA TV viene trattato il tema della prevenzione primaria rispetto ai rischi e alla sicurezza sul lavoro. Si parla dei rischi a cui sono sottoposti i nostri militari e altre vittime del dovere.
L'Osservatorio Nazionale Amianto, in seno alle varie attività di prevenzione primaria, si occupa di mappatura dei siti contaminati da amianto, consulenza nella bonifica e rimozione di asbesto. A questo proposito ha creato un'app che i privati cittadini possono scaricare per segnalare i presunti siti contaminati da amianto.
L’utilizzo, estrazione e commercializzazione dell’asbesto in Italia è al bando dal 1992. Nonostante questo le esposizioni alla fibra killer continuano, causate da un ritardo nella bonifica dei siti contaminati. L’amianto è infatti presente nella misura di tonnellate nei nostri edifici pubblici e privati, comprese scuole, palestre e ospedali. L’unico modo per ridurre a zero il rischio di ammalarsi risiede nella rimozione dei materiali di amianto e conferimento degli stessi in discarica. La legge del 1992 però non ha imposto la bonifica obbligatoria. L'unica forma di prevenzione efficace rispetto alle malattie causate dall'amianto consiste quindi nell'evitare a 360° le esposizioni alla fibra killer.
Le fibre di asbesto provocano gravi infiammazioni (asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti) che in seguito possono evolvere in mesoteliomi e tumore (per approfondimenti sull’azione cancerogena dell’amianto potete consultare l’ultima monografia dello IARC).
Purtroppo le malattie amianto possono insorgere anche in seguito all’esposizione a basse dosi di amianto.
La legge scientifica di copertura è infatti quella della dose dipendenza, ovvero della teoria multistadio della cancerogenesi. Quindi, è fondamentale, come detto, evitare ogni forma di esposizione alla fibra killer. Le tesi dell’Avv. Ezio Bonanni e dell’ONA, risalenti al 2008 hanno trovato conferma nella revisione del 2014 del Consensus Report di Helsinki.
Tuttavia, in Italia vige ancora il principio della c.d. soglia delle 100 ff/ll. È stato detto che questa soglia è di maggiore allarme, perché la giurisprudenza è nel solco dell’evitare tutte le esposizioni. Infatti, così, Corte di Cassazione, IV Sez. pen., n. 42915/2012. Tuttavia, questo c.d. limite di soglia, non è privo di ambiguità, perché giustifica le violazioni. Il tutto, specialmente quando si fa riferimento alle c.d. esposizioni considerate “sporadiche e di debole intensità”, art. 249, Dlgs. 81/2008.
Quando la prevenzione primaria fallisce e i fattori di rischio non vengono adeguatamente arginati, entra in gioco la prevenzione secondaria.
La prevenzione secondaria permette di individuare precocemente una malattia tramite tecniche di screening. Grazie a questa forma di prevenzione è possibile la diagnosi tempestiva e in certi casi l’impedimento della progressione della malattia. La diagnosi precoce permette l’accesso a cure tempestive e nella maggior parte dei casi alle migliori terapie per la malattia diagnosticata e con le migliori chance di cura.
Purtroppo non per tutte le patologie sono possibili degli screening test in grado di suonare il campanello di allarme. Il fulcro della prevenzione secondaria consiste nella sorveglianza sanitaria. Ovvero i lavoratori e le persone che sono esposti a fattori di rischio vengono sottopoasti ad una attenta sorveglianza sanitaria per le malattie connesse ai loro stili di vita e alle esposizioni nocive.
Il Report Consensus di Helsinki fornisce le linee guida per una corretta sorveglianza sanitaria degli esposti lavorativi ad amianto. Attraverso lo screening della popolazione a rischio è possibile ottenere la diagnosi precoce che è fondamentale anche per permettere al paziente di porsi in pensionamento evitando ulteriori esposizioni dannose.
Nel caso delle malattie amianto e soprattutto nel caso dei mesoteliomi la diagnosi precoce diventa ancora più importante, in quanto unica chance di allungare la vita della vittima. Il mesotelioma è uno dei tumnori più aggrressivi in assoluto, ad esito spesso infausto, e la corretta e tempestiva diagnosi è di fondamentale importanza. Il più diffuso è il mesotelioma pleurico e poi ci sono il mesotelioma peritoneale, pericardico e della tunica vaginale del testicolo.
La prevenzione terziaria coincide con la terapia vera e propria. Quest’ultima ha come obiettivo quello di tenere sotto controllo la progressione della malattia e di assicurare un decorso sereno al paziente con un’aumentata qualità della vita.
Nella prevenzione terziaria rientra anche la tutela legale degli esposti a fattori di rischio lavorativi. Essa permette infatti di allontanare i lavoratori dai fattori di rischio collocaldoli per esempio in prepensionamento.
Le malattie amianto devono essere indennizzate e tutti i danni risarciti nella loro componente patrimoniale e non patrimoniale.
In caso, anche di minima patologia asbesto correlata, vi è il diritto al c.d. prepensionamento amianto con l’art. 13, co. 7, L. 257/1992 e ai benefici contributivi amianto. Poi, nel caso in cui, pur con le maggiorazioni amianto il lavoratore non avesse ancora raggiunto i requisiti per la pensione, si può chiedere la c.d. pensione di invalidità amianto.
La previsione normativa è quella dell’art. 1, commi 250, 250 bis e ter della L. 232/2016. Questi elementi costituisco la prevenzione terziaria rispetto al rischio amianto.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e il suo Presidente l’Avv. Ezio Bonanni si occupano da decenni di prevenzione. L’accento è sulla prevenzione primaria e a seguire, quando essa purtroppo fallisce, sulle altre forme di prevenzione.
Lo studio legale dell'Avv. Ezio Bonanni fornisce assistenza legale agli esposti ad amianto e ad altri agenti patogeni in modo da mettere in pratica la prevenzione terziaria. Essa è importante anche per gli studi epidemiologici in modo da rendere più efficace e adeguata la prevenzione primaria.