Una nuova tecnica che utilizza speciali perle di alginato impiantate sui topi, potrebbe rivelarsi efficace nel trattamento del mesotelioma.
Perle di alginato: al via il nuovo studio sugli impianti
Perle di alginato. Il mesotelioma è un tipo di cancro che si verifica nelle fodere tissutali che circondano e proteggono gli organi interni. Circa l'80% dei casi di mesotelioma sono legati all'esposizione prolungata all'amianto.
L’immunoterapia, con farmaci chiamati inibitori del checkpoint, ha avuto un certo successo nel trattamento del mesotelioma, ma siamo ancora lontani dal cantare vittoria contro il terrible male.
Un nuovo studio ha tuttavia scoperto che la combinazione di impianti di perle (contenenti farmaci a base di citochine), con inibitori del checkpoint mirati alle proteine PD-1, può eliminare il mesotelioma in stadio avanzato nei topi.
Gli impianti di perle di alginato in questione, contengono decine di migliaia di cellule geneticamente modificate. Esse producono interleuchina-2, un composto naturale che attiva i globuli bianchi per combattere le cellule tumorali.
Le perle sono larghe solo 1,5 millimetri e possono essere impiantate, con chirurgia minimamente invasiva, accanto ai tumori e all'interno del sottile strato di tessuto noto come pleura, che copre i polmoni e riveste la parete interna del torace.
Risultato?
Grazie a questa tecnica innovativa si è riusciti a eliminare il mesotelioma nel 50% dei topi. Cosa che getterebbe le basi per gli studi sull’uomo.
“Farmacazione”: ecco come agiscono le “perle” antitumorali
Per il trattamento, i topi sono stati divisi in due gruppi.
Nel primo, il tumore è stato ridotto in media dell'80% dopo una sola settimana di trattamento. In più della metà dei topi, gli impianti hanno eliminato completamente i tumori.
Un secondo gruppo di topi ha ricevuto un trattamento combinato della stessa interleuchina-2 e un farmaco per inibitori del checkpoint.
Questo secondo metodo ha addirittura addestrato le cellule T della memoria, consentendo al sistema immunitario di riconoscere e distruggere le cellule tumorali.
Effettivamente, oltre all’eliminazione del tumore in tutti e sette gli animali, nessuno di essi ha mostrato alcuna recidiva nelle settimane successive di osservazione.
I ricercatori hanno soprannominato la tecnologia del processo "farmacazione".
La chiave del successo, secondo gli autori, è la capacità di somministrare dosi continue del farmaco sui tumori.
I protagonisti dello studio “rivoluzionario”
A testare la nuova tecnologia sono stati i ricercatori della Rice University e del Baylor College of Medicine (Huston), Dr. Ravi Ghanta e il Dr. Bryan Burt.
I dettagli sono pubblicati su Clinical Cancer Research. A finanziare il progetto: il Cancer Prevention Research Institute of Texas, il National Science Foundation e il National Institutes of Health.
Oltre alla ricerca sul cancro, gli autori dello studio hanno ricevuto una sovvenzione dall'American Heart Association per esaminare il potenziale degli impianti di citochine per la guarigione delle lesioni cardiache causate da attacchi di cuore.
Si parte dal cancro ovarico e si arriva al mesotelioma
Lo studio, è l'ultimo di una serie di successi ottenuti dal laboratorio del bioingegnere Omid Veiseh, inclusa l'approvazione della Food and Drug Administration (FDA) per iniziare gli studi clinici della tecnologia questo autunno nei pazienti con cancro ovarico.
Veiseh ha riferito che lo studio sul mesotelioma è iniziato quando il chirurgo Burt e il professore associato Dr. Ravi Ghanta, hanno sentito parlare dei primi risultati dei test sugli animali, relativi al cancro ovarico.
Veiseh e i suoi collaboratori dell’MD Anderson Cancer Center dell'Università del Texas, avevano da poco pubblicato uno studio molto interessante a riguardo. Esso mostrava che le perline produttrici di IL-2 potevano sradicare i tumori ovarici e del colon-retto in stadio avanzato nei topi in meno di una settimana.
I colleghi «sono rimasti davvero colpiti dai dati preclinici che avevamo sul cancro ovarico», ha spiegato Veiseh, riferendosi a Burt e Ghanta. Pertanto si sono chiesti «potremmo effettivamente sfruttare lo stesso sistema per il mesotelioma?».
Una nuova speranza per i malati di mesotelioma
«C'è ancora molto lavoro da fare, ma siamo sicuramente entusiasti del potenziale e incoraggiati dal lavoro clinico già svolto», aggiunge Omid Veiseh.
«È molto difficile trattare i tumori del mesotelioma nei topi, come negli esseri umani», ha poi precisato il chirurgo toracico Dr. Bryan Burt, specialista in mesotelioma. «I nostri dati mostrano che queste particelle di immunoterapia, impiantate a livello regionale ai topi che hanno il mesotelioma, hanno risposte di trattamento molto efficaci».
Perle e nuovi studi: cosa succederà da qui a breve
A seguito dell’approvazione dell’FDA, a breve con la tecnica delle perle si potranno curare sia i pazienti affetti da cancro ovarico, sia quelli affetti da mesotelioma.
«I dati preclinici riportati nel nostro ultimo manoscritto hanno contribuito a giustificare l'avvio di un secondo studio clinico per i pazienti affetti da mesotelioma e altri tumori polmonari con metastasi pleuriche», ha dichiarato Veiseh. «Abbiamo tenuto incontri con la FDA e ci aspettiamo di avviare un secondo studio per questa popolazione di pazienti nella seconda metà del 2023».
ONA incoraggia ogni ricerca sul mesotelioma
L’Osservatorio Nazionale Amianto, presieduto dall’avv. Ezio Bonanni, promuove ogni tipo di ricerca volta a sconfiggere il nefasto mesotelioma. Assistenza per vittime di mesotelioma pleurico.
Lo studio legale dell'avvocato Ezio Bonanni ti assiste per:
Denuncia malattia professionale: certificazione indispensabile per avviare la procedura di riconoscimento dell'origine professionale mesotelioma, risarcimento Inail mesotelioma, rendita diretta / in reversibilità per il coniuge e i figli;
Accertamento del danno biologico permanente: fondamentale per ottenere il riconoscimento dell'origine professionale e quantificare il grado invalidante, utile nell'eventuale giudizio risarcimento dei danni a carico del datore di lavoro e altri responsabili;
Revisione danno permanente: sia l'INAIL che la vittima possono chiedere di riesaminare la quantificazione del danno biologico in caso di aggravamento;
Ricorso amministrativo e giudiziario: in caso di mancato riconoscimento della rendita / riconoscimento grado invalidante inferiore, la vittima ha il diritto a ricorrere in via amministrativa per far fissare la visita collegiale INAIL e, successivamente, giudice del lavoro;
Prestazioni INAIL / Risarcimento INAIL mesotelioma: la vittima ha diritto all'indennizzo del danno biologico e al risarcimento dei danni da diminuite capacità di lavoro con una rendita mensile. L'entità della rendita mensile / risarcimento INAIL tiene conto della retribuzione e del grado invalidante (pari almeno al 16%). In caso di grado invalidante tra il 6% e il 15% è dovuto il solo indennizzo del danno biologico.
Fonti
Materiali forniti dalla Rice University. Originale scritto da Jade Boyd. Nota: il contenuto può essere modificato per stile e lunghezza.
Amanda M. Nash, Samira Aghlara-Fotovat, Bertha Castillio, Andrea Hernandez, Aarthi Pugazenthi, Hyun-Sung Lee, Hee-Jin Jang, Annie Nguyen, Alexander Lu, Bryan M. Burt, Ravi K. Ghanta, Omid Veiseh. L'attivazione di cellule immunitarie adattive e innate tramite fabbriche localizzate di citochine Interleuchina-2 sradica i tumori del mesotelioma. Ricerca clinica sul cancro, 2022; DOI:10.1158/1078-0432. CCR-22-1493