La pensione di invalidità civile è un sostegno economico garantito dall’INPS alle persone che per gravi problemi di salute (fisica e o psichica) non riescono a svolgere attività lavorative che permettano loro di mantenersi autonomamente.
Questa misura viene erogata a chi è permanentemente privo di autosufficienza lavorativa e non è quindi in grado di generare reddito da occupazioni retribuite.
In questa guida troverai informazioni su chi può richiedere la pensione di invalidità civile, i requisiti necessari per accedervi, i passi per presentare la domanda e l’importo previsto per il 2024.
La pensione di invalidità civile è un beneficio mensile che l’INPS corrisponde a chi si trova in condizioni fisiche o mentali gravi, tali da impedire qualsiasi forma di impiego. Il supporto è destinato a coloro che non possono più avere una fonte di reddito a causa di disabilità e limitazioni definitive.
Offre quindi un:
La pensione di invalidità civile non è automatica per chiunque abbia una malattia o una disabilità, poiché vi sono criteri rigorosi da soddisfare. Di seguito i principali.
La pensione di invalidità civile viene concessa solo a chi è colpito da invalidità permanente e totale (100%) che esclude qualsiasi tipo di lavoro. Non basta avere una limitazione parziale o una malattia temporanea: il richiedente deve dimostrare di avere un'incapacità di lavoro definitiva e irreversibile, e la valutazione si concentra sull’impossibilità di svolgere qualsiasi occupazione che garantisca un reddito.
Accedere alla pensione di invalidità civile richiede anche un numero minimo di contributi:
Questo implica che chi ha versato contributi in fondi diversi (per esempio in diverse gestioni previdenziali) ha la possibilità di sommare i contributi versati tramite il sistema della totalizzazione.
L’accesso alla pensione di invalidità civile è limitato ai cittadini italiani o agli stranieri con residenza stabile in Italia:
Non possono richiedere la pensione di invalidità civile:
Per accedere alla pensione di invalidità civile è necessario seguire una serie di passaggi, che prevedono sia una valutazione sanitaria sia un iter burocratico di presentazione della domanda.
Per avviare la procedura, il primo passo è ottenere un certificato medico che attesti la gravità della disabilità:
Dopo il certificato medico, il passo successivo consiste nell’inoltrare la domanda online per la pensione:
Dopo aver ricevuto la domanda, l’INPS convoca la persona interessata per un controllo.
Una commissione medica valuta la gravità della disabilità e verifica se effettivamente il richiedente è incapace di svolgere qualsiasi attività lavorativa. È importante portare tutta la documentazione medica disponibile, inclusi referti, certificati e diagnosi.
Una volta completata la valutazione, l’INPS comunica l’esito.
Se la richiesta viene approvata, il richiedente inizia a ricevere la pensione mensile.
In caso di rigetto, è possibile fare ricorso entro 180 giorni presso il Tribunale Ordinario con il supporto di un avvocato o di un patronato.
In caso di esito positivo, la pensione viene erogata mensilmente e accreditata sul conto corrente del beneficiario.
L’importo della pensione di invalidità civile varia in base ai contributi accumulati e alla situazione lavorativa del richiedente.
Per il 2024, l’INPS prevede che la pensione di invalidità civile ammonti a circa 290 euro mensili per coloro che hanno raggiunto il minimo contributivo richiesto.
La somma effettiva della pensione dipende da vari fattori, come:
Per chi ha versato contributi superiori alla soglia minima o ha particolari situazioni di reddito, l’INPS può prevedere importi maggiori.
La Corte di Appello di Torino ha chiesto la verifica della legittimità costituzionale delle norme relative al quantum dell’assegno mensile della pensione di inabilità. Il dubbio di legittimità costituzionale è stato sollevato con riferimento all’art. 12, primo comma, della legge 30 marzo 1972, n. 118 (Conversione in legge del D.L. 30 gennaio 1971, n. 5 e nuove norme in favore dei mutilati ed invalidi civili) e dell’art. 38, comma 4, della legge 28 dicembre 2001, n. 448 (‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” anno 2002 – legge finanziaria).
La Corte Costituzionale si è pronunciata sulla base dell’art. 38 Cost. È stato stabilito il principio che chi è inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi per sopravvivere, ha diritto al “mantenimento e assistenza sociale”.
L’importo di €285,86 mensile previsto per le persone totalmente inabili al lavoro e affetti comunque da gravi disabilità, è del tutto insufficiente a soddisfare i bisogni primari di vita. E’ confermata dunque la violazione dell’art. 38 Cost., che garantisce la tutela di chi è inabile al lavoro.
Poiché la Corte Costituzionale ha sancito la violazione dell’art. 38 Cost., che stabilisce che “ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale”, l’ONA ha rivolto un appello pubblico al Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Giuseppe Conte, affinché si proceda all’adeguamento degli importi dovuti, ovvero che si proceda all’incremento al milione‘ (pari a 516,46 euro).
Pertanto, gli aventi diritto potranno chiedere che il Governo, oppure il Legislatore intervenga per l’adeguamento della legislazione, ai principi dell’art. 38 Cost. Gli invalidi civili totali, di cui all’art. 12, primo comma, della L. 118/1971, anche prima del compimento dei 65 anni di età, hanno diritto all’adeguamento dell’importo della loro prestazione mensile ad €516,46.
La Corte Costituzionale ha sancito il principio in forza del quale è dovuto a tutti gli invalidi civili totalmente inabili, che hanno compiuto il 18° anno di età e che non superino un reddito annuo pari ad €6.713,98, l’assegno di €516,46.
Questa pronuncia non ha effetti retroattivi e può essere applicata solo per il futuro e quindi a partire dal 24.06.2020. Il Legislatore dovrà quindi rimodulare la disciplina al fine di rendere effettivi i diritti di cui all’art. 38 Cost.
La pensione di invalidità civile non può essere cumulata con altre pensioni legate a cause lavorative. Tuttavia, può essere affiancata all’indennità di accompagnamento per chi ne ha i requisiti.
In alcuni casi, l’INPS può richiedere che il beneficiario si sottoponga a controlli periodici per verificare che la disabilità sia permanente e non soggetta a miglioramenti. Se la condizione sanitaria risulta migliorata, l’ente può procedere alla revoca della pensione.
Quando il beneficiario raggiunge l’età pensionabile, la pensione di invalidità civile viene automaticamente trasformata in pensione di vecchiaia, senza variazioni nell’importo.