L'inquinamento atmosferico è uno dei più preoccupanti tipi di inquinamento ambientale. Causa infatti ogni anno morti premature e non è un problema che riguarda solo i grandi centri urbani. Viaggia insieme all’aria e riguarda ogni ambiente a livello globale.
In questa guida vediamo nel dettaglio cosa si intende per inquinamento atmosferico, quali sono le cause e quali le conseguenze e le malattie che causa. Lo studio legale Ezio Bonanni offre assistenza legale agli esposti ad inquinamento atmosferico che abbiano riportato una malattia ad esso connesso e quindi il sistema risarcitorio del danno utile alla tutela della salute.
Che cos’è l’inquinamento atmosferico? L’inquinamento atmosferico è una forma di inquinamento ambientale che consiste nel rilascio nell’atmosfera terrestre di agenti fisici inquinanti (come il carbonioso), chimici (come gli idrocarburi) e biologici (come per esempio l’antrace) che modificano le caratteristiche naturali atmosferiche causando danni spesso irreversibili su ambiente, animali e piante.
Gli agenti inquinanti responsabili dell'inquinamento atmosferico sono spesso sostanze presenti naturalmente nella composizione dell’aria ma ad un livello di concentrazione inferiore, oppure sostanze che, senza le attività antropiche non lo sarebbero affatto.
Gli agenti possono svolgere, associandosi, un’azione sinergica, anche se appartengono a classi diverse. Un particolato (agente fisico), per esempio, può avere effetti anche per la sua composizione chimica e per l’adesione superficiale ad esso di allergeni biologici.
Come tutti i tipi di inquinamento anche l'inquinamento atmosferico è legato alle attività umane, responsabili del rilascio di agenti inquinanti nell'atmosfera.
In questa lista elenchiamo i principali inquinanti dell’atmosfera.
Le principali fonti di inquinamento dell’aria sono le attività industriali, gli impianti per la produzione di energia, gli impianti chimici industriali, gli impianti di riscaldamento, le combustioni in genere, tra cui gli inceneritori e il traffico. Quelle che abbiamo appena elencato, come già accennato, sono tutti prodotti dell'attività antropica.
L’inquinamento può essere anche causato da fenomeni che non hanno niente a che vedere con le attività dell’uomo. Pensiamo per esempio alle emissioni tossiche di un’esplosione vulcanica, ma in questo caso si tratta di emissioni circoscritte nello spazio e nel tempo.
Secondo gli studi al momento disponibili, il 75% dell’inquinamento dell’atmosfera è prodotto dalla lavorazione e dall’uso dei combustibili fossili.
Gli inquinanti hanno un ruolo in molte patologie a carico dell’apparato respiratorio, cardiocircolatorio e del sistema immunitario. Svolgono poi un ruolo sinergico con altri agenti inquinanti e cancerogeni, potenziandone gli effetti. In caso di patologie pregresse hanno un ruolo scientificamente provato nell’aggravarsi dei sintomi della malattia. Pensiamo per esempio al legame tra infezioni da Covid-19 e inquinamento dell’aria.
Le aree più colpite dall'inquinamento atmosferico sono quelle urbane dove si concentrano industrie, traffico e riscaldamento. Il fenomeno dello smog (dall’unione delle due parole inglesi smoke “fumo” e fog “nebbia”) è una sorta di fumo acido, ricco di polveri e di gas irritanti, che in inverno si pone come una cappa negli strati bassi dell’ambiente atmosferico. Esso riguarda soprattutto i centri urbani.
L’inquinamento dell’aria causa da solo ogni anno dai 2,1 ai 4,21 milioni di morti. Secondo le stime dell’OMS sarebbero il 20% le morti premature causate dall’inquinamento.
In Europa, le emissioni di molti inquinanti atmosferici sono diminuite in modo sostanziale negli ultimi decenni, determinando una migliore qualità dell’aria nella zona. Nonostante questo i problemi legati alla qualità dell’aria permangono e le concentrazioni di sostanze inquinanti nell’atmosfera sono ancora troppo elevate.
Si rileva però un contributo crescente del trasporto di inquinanti atmosferici a lunga distanza verso l’Europa da altri paesi.
Alcuni agenti inquinanti causano importanti malattie. Gli agenti inquinanti dispersi nell'aria causano in primo luogo malattie a carico dell'apparato respiratorio, ma non solo. Alcune di esse sono molto gravi e hanno un esito di solito infausto. Questo è il caso per esempio del mesotelioma causato da esposizione ad amianto ed erionite. L'amianto, nonostante la messa al bando del 1992, è ancora presente negli ambienti di lavoro e di vita, in edifici pubblici e privati.
Per coloro che abbiano contratto malattie causate dalll'esposizione ad agenti inquinanti sono previsti degli indennizzi e dei risarcimenti. I primi sono legati alla malattia professionale e all'obbligatorietà per tutti i lavoratori di essere coperti da un'assicurazione. Approfondisce questi aspetti la dodicesima puntata di ONA TV su Covid e inquinamento ambientale.
I dipendenti del settore privato e della maggior parte degli ambiti del settore pubblico avranno diritto ad un indennizzo o rendita INAIL e a tutti i benefici previdenziali previsti dalla legge. I dipendenti dei comparti sicurezza del settore pubblico avranno diritto alla cosiddetta causa di servizio. In entrambi i casi si tratta di un indennizzo del danno subito. I malati e i familiari dei malati di malattie correlate ad agenti cancerogeni e inquinanti hanno diritto anche al risarcimento integrale dei danni subiti.
Occorre fare una distinzione tra l'ambiente di lavoro e l'ambiente di vita. Le stesse sostanze infatti incontrare l’uomo sia nell’ambiente di vita, sia nell’ambiente di lavoro. Questa diversificazione di circostanze non comporta necessariamente una differenza di potenziale patogeno.
In entrambi i casi essi possono essere materie prime, prodotti intermedi o finali, composti derivati o scarti di produzione tal quali. Infatti, sotto ciascuna di queste forme, sono in grado di venire in contatto con l’uomo sia nel momento della produzione, sia dell’uso, sia ancora nella tappa terminale dello smaltimento dei rifiuti – catalogati comuni o tossici – nelle pubbliche discariche più o meno autorizzate e più o meno controllate.
La malattia professionale a differenza dell'infortunio sul lavoro non ha un'origine traumatica e violenta ma è contratta nell’esercizio dell’attività lavorativa, protratto nel tempo e a causa delle lavorazioni esercitate.
Nel caso di invalidità permanente, l'INAIL (Istituto Nazionale per l'Assicurazione) eroga una franchigia se il danno biologico viene valutato come pari o inferiore al 5%. Con lesioni pari almeno al 6% si ha diritto all’indennizzo malattie professionali e, a partire dal 16%, anche dei danni da diminuite capacità di lavoro con rendita mensile INAIL.
L'INAIL ha redatto apposite liste in cui ha raccolto i principali agenti eziologici e le malattie professionali che essi provocano. Nella lista I ha raccolto gli agenti eziologici che sono alla base, con elevata probabilità, di malattie di origine professionale. In questo caso al lavoratore ammalato basterà dimostrare la presenza del suddetto agente eziologico sul posto di lavoro e la presenza della malattia per ottenere gli indennizzi previsti dall'INAIL.
Nella lista II e III sono presenti invece quegli agenti eziologici e quelle malattie da inquinamento per i quali il lavoratore ammalato dovrà dimostrare il nesso causale per ottenere rendita o indennizzo INAIL e gli altri benefici assistenziali previsti.
La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) che causa ostruzione bronchiale è solitamente associata ad una aumentata risposta infiammatoria cronica delle vie aeree e del polmone a particelle o gas nocivi. Gli agenti più coinvolti nell'eziologia della malattia possono essere chimici (IPA, fumi di saldatura, isocianati) o minerali (carbone, silice, fibre artificiali vetrose).
I principali agenti occupazionali correlati allo sviluppo di BPCO sono la silice libera cristallina, il carbone, le polveri di legno, il berillio, il cadmio, gli isocianati, le polveri di cotone, le polveri di grano e cereali, le polveri di legno e carta, i prodotti ammoniacali, i solventi organici.
Compare nel gruppo 1 della Lista I dell'INAIL, tra le malattie da agenti chimici:
Nel gruppo 4 tra le malattie respiratorie:
Le fibre di amianto provocano gravi infiammazioni (asbestosi, placche pleuriche, versamento pleurico e ispessimenti) che possono evolvere in mesoteliomi e tumori. L’azione cancerogena dell’amianto è confermata e illustrata nell’ultima monografia dello IARC e approfondita nella pubblicazione dell'Avv. Bonanni "Il libro bianco delle morti di amianto in Italia - Ed.2022".
Tra questi ci sono il tumore del polmone, delle ovaie, dell'esofago (Lista II) e del colon retto inseriti nelle liste dell'INAIL per le malattie di insorgenza professionale.
La silicosi è una pneumoconiosi fibrotica o sclerogena dovuta all’inalazione prolungata di particelle di silice, ovvero biossido di silicio (SiO2), allo stato di silice libera cristallina (SLC), di dimensioni respirabili. Le proprietà chimico-fisiche delle particelle inalabili e la loro concentrazione sono fondamentali nella definizione della latenza della malattia, che va da pochi mesi fino a 30 anni dalla cessazione dell’attività a rischio.
Soltanto il quarzo cristallino avente dimensioni minori di 7 µm, nonché le varianti cristobalite e trimidite, possono provocare silicosi. In Italia, i principali settori che espongono a silice sono l’edilizia, l’estrazione mineraria, la metallurgia e le lavorazioni di prodotti non metallici, la sabbiatura per lo scolorimento dei jeans ed altre lavorazioni legate alla produzione di gioielli, uso e produzione di materiali per la pulizia dentale e ricostruzione di unghie.
Le alveoliti allergiche estrinseche (AAE), dette anche polmoniti da ipersensibilità, costituiscono un gruppo di sindromi complesse, eterogenee, causate da esposizione ripetuta a polveri organiche e sostanze chimiche a basso peso molecolare che raggiungono gli alveoli e che determinano una risposta immunitaria esagerata a livello del parenchima polmonare.
Gli antigeni presenti negli ambienti di lavoro possono essere distinti in:
Le principali categorie di lavoratori a rischio per le AAE sono:
Oggi la principale utilizzazione del berillio avviene nell’industria aerospaziale. Insorge solo nel 2% circa degli individui esposti.
In fase acuta si manifesta con i caratteri di una polmonite irritativa chimica e mostra aspetti radiologici simili alla proteinosi alveolare e all’edema polmonare. In fase cronica si evidenziano zone di infiltrato con reazione granulomatosa mediata da linfociti T CD4+2.
La Sindrome da sensibilità chimica multipla (Multiple chemical sensitivity syndrome - MCS) o Intolleranza idiopatica ambientale ad agenti chimici (IIAAC) è un disturbo cronico, reattivo all’esposizione a sostanze chimiche, a livelli inferiori rispetto a quelli generalmente tollerati da altri individui, e in assenza di test funzionali in grado di spiegare segni e sintomi. La reale esistenza e definizione di questa sindrome è oggetto di ampio dibattito a livello scientifico e al momento non vi sono ancora solidi parametri di riferimento per la diagnosi di tale patologia.
Le persone rese disabili dall’MCS possono diventare molto malate, patire numerosissimi sintomi, manifestando disturbi respiratori e neurologici, quali dispnea, palpitazioni cardiache, irregolarità del battito cardiaco, perdita della memoria a breve termine, confusione, disorientamento, disturbi delle funzioni cognitive, alterazioni della parola e del comportamento, debolezza estrema che lede la capacità di camminare. Le barriere con cui si confrontano queste persone sono insormontabili, essendo igli agenti patogeni presenti in tutti gli ambienti e in quasi tutti i prodotti che utilizziamo, dall'acrilico nei tessuti sintetici ai mobili fatti con materiali cancerogeni.
Jean Huss ha elaborato di recente un rapporto sulla prevenzione della patologia ambientale per conto del Consiglio d’Europa.
Tra i principali agenti inquinanti responsabili di malattie professionali ed inseriti nella Lista I dell'INAIL (malattie ad elevata probabilità lavorativa) ci sono le radiazioni ionizzanti. Esse provocano radiodermite, opacità del cristallino, anemia iporigenerativa, piastrinopenia, leucopenia, pancitopenia, infertilità e tumori solidi.
Tra gli agenti di origine biologica che causano malattie con elevata probabilità di origine professionale (gruppo 3 della lista I dell'INAIL) ci sono il batterio che causa la Peste, Listeria, Salmonellae, la Neisseria che causa meningite e il bacillo dell'Antrace. E ancora Brucella, Clostridium Tetani (che causa il tetano) e Micobatteri reesponsabili di Tubercolosi del polmone o di altri organi e apparati. Nello stesso gruppo appaiono anche alcuni virus, funghi e parassiti.
Tra i silicati che causano malattie del sistema respiratorio, oltre all'asbesto, appaiono le polveri miste a basso contenuto in silice che causano Pneumoconiosi fibrogene insieme a Miche e Bentonite. Il talco (che causa talcosi) e il Caolino (Caolinosi).
Tra le polveri inerti ci sono il Carbone puro e Grafite (che causano Antracosi), Ossidi di Ferro (Siderosi), Bario (Baritosi), Stagno (Stannosi), Cemento Calcare e Gesso (che causano Broncopneumopatia cronica ostruttiva). Ancora Alluminio (responsabili dell'Alluminiosi) e Carburi Metallici (Fibrosi Polmonare) e Fibre minerali e vetrose che causano tracheobronchite.
Tra gli agenti eziologici per il tumore di natura professionale oltre all'asbesto l'INAIL riconosce l'Arsenico (con tumori della cute, del polmone e del fegato), Benzene, Berillio, Cadmio, Cloruro di Vinile, Cromo, Erionite (Mesotelioma Pleurico), Ossido di Etilene, Tetracloro e Radon.
In generale ci sono tre liste dell'INAIL che riportano le malattie e gli agenti eziologici.
Il piombo viene estratto dalle miniere sotterranee e successivamente impiegato per una vasta gamma di prodotti e combinato con altri metalli per produrre leghe. Spesso viene rilasciato nell’ambiente durante i processi di estrazione, fusione e anche durante le fasi di riciclo delle batterie piombo-acido usate (ULAB).
L’esposizione al piombo per inalazione di aria, ingestione orale di terra, acqua o prodotti alimentari contaminati, così come attraverso il contatto con la pelle, può comportare diverse conseguenze negative per la salute, tra cui disturbi neurologici, ridotto IQ, anemia, disturbi nervosi e tante altre malattie. Il piombo è inserito nella lista I dell'INAIL.
Il mercurio elementare è rilasciato più frequentemente nell’ambiente durante il suo processo di estrazione dal solfuro di mercurio rosso e dalle emissioni delle centrali elettriche a carbone. Viene utilizzato in molti processi industriali, ad esempio per l’estrazione dell’oro dalla roccia, ed è inoltre contenuto in prodotti quali termometri, otturazioni dentali e lampade a risparmio energetico.
L’esposizione al mercurio elementare può causare danni al cervello, ai reni e al sistema immunitario. Può avere un effetto negativo anche sullo sviluppo del feto. Il mercurio, amalgame e composti è inserito nella lista I dell'INAIL.
L'esposizione al Nichel oltre a dermatiti da contatto e asma bronchiale, può causare tumore del polmone e dei seni paranasali.
La maggior parte del nichel prodotto nel mondo viene utilizzata per la produzione di acciaio inossidabile. Inoltre, viene utilizzato per la fabbricazione di monili, articoli di bigiotteria e gioielleria, orecchini, piercing, accessori di moda metallici in genere, tinture per ceramiche, porcellane, vetro, terracotta, coloranti per alimenti, parti di macchine, apparecchi ortodontici, protesi ortopediche e cardiache e nei telefoni cellulari, detersivi e saponi e per cosmetici come il mascara e l’ombretto.
Il cloruro di vinile è dato dalla sintesi, a livello industriale, del cloro con il vinile. L’ambiente che circonda i giacimenti in via di sfruttamento industriale può andare incontro ad inquinamento da mercurio. Uno schema d’insieme della successione dei fenomeni produttivi che porta a tale inquinamento, come avviene da circa mezzo secolo nella Valle del Cecina, è riportato da Ugazio (2007).
Poi il Cloruro di Vinile Monomero è destinato alla polimerizzazione per la produzione del PVC, un diffusissimo materiale plastico, in apposite fabbriche, con fuoriuscita continuativa di modeste aliquote del monomero (CVM) che, diffuso nell’aria, espone l’essere umano, in attività lavorativa o meno, all’aloalcano precursore allo stato gassoso.
Nell'esposizione al mercurio, e quindi al metilmercurio, da un lato, oppure al Cloruro di Vinile Monomero, dall’altro cambia la latenza per l'insorgere della malattia. Nel primo caso la latenza dura quanto una gravidanza. Nel secondo possono trascorrere anche venti anni dall'insorgenza di fibrosi polmonare e angiosarcoma epatico.
I pesticidi sono sostanze di natura chimica prodotte dalle industrie ed utilizzate in agricoltura. Con la pioggia i pesticidi vengono lavati via dai campi e raggiungono le falde acquifere. L’esposizione prolungata ai pesticidi può avere un esteso impatto negativo sulla salute neurologica, riproduttiva e dermatologica.
Il cadmio è presente in particolar modo in Asia, come sottoprodotto delle attività minerarie per l’estrazione dello zinco, del piombo e del rame, così come della produzione di pesticidi e fertilizzanti. Anche una minima quantità di cadmio può avere un impatto molto grave sulla salute. A causa dell’elevata tossicità, nel 2011 l’Unione europea ne ha proibito l’utilizzo per la produzione di gioielli, leghe e PVC.
L’avvelenamento da cadmio, causato per inalazione di polveri e fumi o ingestione di suoi composti, causa rapidamente vertigini, gola secca e nausea. Inserito nella Lista I dell'INAIL provoca tumore al polmone insieme ad una serie di altre patologie.
La prevenzione primaria consiste nell’evitare del tutto o nel ridurre drasticamente l’entità dell’esposizione dell’essere umano ai veleni ambientali, prima della comparsa degli indicatori biologici di danno. La prevenzione secondaria, quando il paziente con i suoi sintomi ha già superato l’orizzonte clinico, permette l’immediata interruzione della esposizione agli agenti patogeni evitando l'accumulo e il sinergismo ed il potenziamento tossicologico e intraprendendo delle terapie tempestive.
I risultati ottenuti con le ricerche epidemiologiche hanno un grande valore per individuare con certezza gli agenti patogeni di origine ambientale responsabili di alterazioni della qualità dell’ambiente ma soprattutto di conseguenze sulla salute umana per avviare la prevenzione primaria. Ovviamente questo è possibile solo se gli organismi regolamentatori, di concerto coi medici delle più estese specialità e con gli igienisti, arrivino a formulare in modo competente e razionale delle normative continuativamente aggiornate.
Lo studio legale Ezio Bonanni fornisce assistenza legale a tutti gli esposti ad agenti patogeni negli ambienti di vita e di lavoro. Li assiste nell'iter per il riconoscimento di malattia professionale, causa di servizio, indennizzo o rendita INAIL.
Gli esposti che abbiano contratto malattia correlata agli agenti patogeni in questione hanno diritto all'integrale risarcimento dei danni: danni patrimoniali e danni non patrimoniali (esistenziale, biologico, morale, e in alcuni casi tanatologico e catastrofale).
L'Avv. Ezio Bonanni, attraverso l'Osservatorio Nazionale Amianto si occupa anche di prevenzione primaria, secondaria oltre che terziaria, consapevole che l'unico modo efficace per sconfiggere le malattie causate dal degrado ambientale è evitare l'esposizione a 360°.
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