Gli appartenenti alle Forze Armate corrono maggiori rischi di infortunio sul lavoro. Inoltre, in aggiunta ai pericoli dovuti all'esercizio della loro professione, possono correre il rischio di essere esposti a sostanze cancerogene, come l'uranio impoverito e l'amianto.
La pericolosità dell'asbesto è confermata nell'ultima monografia IARC. Ma l'esposizione ai minerali d'amianto è solo uno dei pericoli affrontati dai militari, come testimonia anche il quinto episodio dell'ONA TV dedicato alle vittime del dovere (Vittime del dovere: serve maggiore attenzione).
Tuttavia il Testo Unico delle Disposizioni per l’Assicurazione Obbligatoria Contro gli Infortuni sul Lavoro e le Malattie Professionali (TU 1124/1965) non si applica per le Forze Armate e per le Forze di Polizia. Perciò gli appartenenti a queste categorie non rientrano tra i soggetti tutelati dall'INAIL ma hanno delle tutele particolari.
Anziché considerare il TU 1124/1965, per le Forze Armate e le Forze di Polizia occorre fare riferimento al Testo Unico delle disposizioni regolamentari in ambito di ordinamento militare (d.p.r. n. 90/2010).
Infatti il TU gestisce le disposizioni nell'ambito militare ed è un documento che si articola in diverse sezioni, attraverso cui esplicita tutte le regole per l’infortunio sul lavoro di Forze Armate e Forze di Polizia.
Questo prevede che le comunicazioni e le segnalazioni sino inoltrate alla Direzione generale della Sanità militare. Inoltre, per gli infortuni sul lavoro, è previsto un medico legale interno. Solo in alcuni casi di infortuni extra-lavorativi è prevista la figura del medico legale militare. Egli ha il compito, soprattutto, di decidere un reintegro in servizio o valutare in maniera ufficiale la gravità di una situazione fisica o psicologica.
Infine, stando al d.p.r. n. 90/2010, per ogni evento considerato di particolare gravità (art. 553) parte un’inchiesta interna condotta da parte delle Forze di Polizia o Forze Armate di competenza, sia per danni a cose sia per quelli a persone.
Il VI Reparto contenzioso e affari legali ha diversi compiti. Cura l’attività consultiva e il contenzioso avanti alle giurisdizioni ordinarie, amministrativa e contabile. Si occupa delle transazioni, compresi gli accordi bonari, le procedure arbitrali, i giudizi di responsabilità amministrativa e contabile, e della fase giurisdizionale dei procedimenti volti al recupero di danni erariali.
Poi le attività che rientrano nel raggio d'azione del VI Reparto sono quelle inerenti alle competenze delle strutture del Segretariato generale e delle Direzioni generali, di cui agli articoli 106 e 113 del TU, con esclusione di quelle relative al personale.
Infine liquida i danni alle proprietà private, tratta l’infortunistica ordinaria e quella relativa ad attività regolate da accordi internazionali e cura le liquidazioni per risarcimenti danni e per spese per liti imputabili alla propria competenza.
Il VI Reparto è retto da un dirigente civile del ruolo dei dirigenti del Ministero della difesa ed è suddiviso in uffici con diverse competenze:
I militari possono rivolgere all'Amministrazione di appartenenza una domanda per rivendicare il risarcimento del danno quando questo sia direttamente collegato a un comportamento omissivo della stessa Amministrazione e quando abbia causato l'insorgenza di una patologia.
La richiesta tende all'accertamento del diritto al risarcimento da responsabilità contrattuale (art. 2087 c.c.). Infatti l'Amministrazione ha tra i suoi compiti quello di tutelare l'integrità fisica di chi, al suo interno e in forza di un rapporto di lavoro, presta la propria opera professionale.
Perciò la domanda risarcitoria nasce quando una mancanza dell'Amministazione causa una lesione alla salute della persona.
La relazione peritale del consulente tecnico d'ufficio (CTU) svolge un ruolo chiave nell'istruttoria di questo tipo di cause. Nel caso in cui le conclusioni cui perviene il perito non siano contestate oppure le contestazioni vengano superate, esse rappresentano il punto di riferimento per l'accertamento del danno alla salute. Infatti dimostra il nesso causale tra fatti di servizio e l'evento. Infine permette di stabilire la quantificazione del danno biologico e del danno morale soggettivo.
Il Tribunale amministrativo può decidere di quantificare il danno accordato dal CTU utilizzando le Tabelle del Tribunale di Milano. Queste sono utili per dare una valutazione in termini percentuali all'invalidità permanente, all'inabilità temporanea assoluta e per personalizzare il danno. In alternativa il Tribunale può intimare all'Amministrazione di formulare al militare danneggiato una proposta di risarcimento entro un termine prestabilito.
L'Avv. Ezio Bonanni è il presidente dell'ONA - Osservatorio Nazionale Amianto. Insieme si occupano della tutela dei diritti e della salute di tutte le vittime, come le vittime del dovere.
Grazie al team di avvocati specializzati è possibile ottenere una prima consulenza legale per avviare una causa risarcimento danni. Si possono ottenere il riconoscimento della causa di servizio, dell'equo indennizzo e della pensione privilegiata.
Inoltre lo studio legale assiste le vittime di amianto. Infatti, inalare o ingerire le fibre di asbesto può causare gravi danni alla salute. Purtroppo materiali in eternit sono ancora diffusi nel Paese, come testimonia "Il libro bianco delle morti di amianto in Italia - Ed.2022". Per questo l'ONA ha istituito l'APP Amianto. Lo scopo è facilitare la segnalazione di siti contaminati e agevolare la bonifica.
Richiedi la tua assistenza chiamando il numero verde 800 034 294 o compilando il form sottostante.