Le Forze Armate (F.F.A.A.), così come il Comparto di Sicurezza, garantiscono la democrazia e l’incolumità di tutti i cittadini.
Nel nostro paese, le F.F.A.A. dipendono dal Ministero della Difesa e sono: Esercito Italiano, Aeronautica Militare, Marina Militare e Arma dei Carabinieri.
I Corpi di Stato, o Comparto Sicurezza, comprendono invece: Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Polizia Locale, Polizia Provinciale, Polizia Penitenziaria e Guardie Particolari Giurate.
Il personale, sia militare che civile, nell’operare per la concreta sicurezza della collettività tutta, si espone a numerosissimi rischi. Tali pericoli quotidiani, che hanno reso le suddette categorie particolarmente vulnerabili, sono diretti al danneggiamento, spesso irreversibile o fatale, del bene più importante di tutti: la salute.
L’ONA - Osservatorio Nazionale Amianto, attraverso l’operato attivo del suo Presidente l’Avv. Ezio Bonanni, mantiene il primato nella lotta per la prevenzione e cura dei danni alla salute, condannando tutti i fattori di rischio, ambientali e non, per i dipendenti delle F.F.A.A. e del Comparto Sicurezza.
Come sottolineato anche dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta della Camera dei Deputati, tra gli impiegati delle FFAA e del Comparto Sicurezza, è in atto una vera e propria epidemia per patologie asbesto correlate. Il numero di malattie professionali è impressionante e tra le più comuni rinveniamo, per l’appunto, proprie quelle legate all’esposizione ad amianto.
Infatti, nel corso del loro iter professionale, molti dipendenti mettono a rischio la propria salute entrando in contatto con qualche agente cancerogeno. Tra questi, molti si sono ammalati gravemente, giungendo anche alla morte.
Le principali malattie asbesto correlate, conseguenti all’inalazione o ingerimento delle fibre di amianto e di cui possono essere vittime i dipendenti delle FFAA e del Comparto Sicurezza, sono:
Le categorie più a rischio sono gli addetti alla manutenzione meccanica degli autoveicoli, ma anche tutto il personale a bordo delle navi.
L’Inail ha registrato 830 casi di mesotelioma tra i militari. Adesso sono disponibili i dati aggiornati nel VII Rapporto ReNaM (2021). Il rischio di contrarre delle malattie asbesto correlate è scaturito dalla diffusione del vestiario in dotazione (guanti e coperte).
Sia il personale civile che militare delle F.F.A.A. e Comparto Sicurezza sono esposti a diversi agenti patogeni:
Come anzidetto, nel corso dello svolgimento delle attività proprie del servizio e lavoro, anche il personale civile e militare delle F.F.A.A. e del Comparto Sicurezza possono riportare gravi infermità e/o invalidità, così come perdere la vita stessa.
Il riconoscimento ed ottenimento dello status di vittima del dovere è un istituto legale-giuridico che permette, a determinate condizioni, di ricevere ristoro per il diritto leso. Non di meno, fondamentale è il nesso di causalità: la vittima deve poter dimostrare, con le apposite documentazioni, certificazioni e visite, la riconducibilità del danno alla causa di servizio. In poche parole, si dovrà accertare che il danno sia conseguenza di eventi verificatosi nell’espletamento di:
Il personale delle FFAA e del Comparto di Sicurezza, sono soggetti equiparati in tutto e per tutto alle vittime del dovere. Infatti, anch’essi svolgono servizio in condizioni operative estremamente pericolose ed eccedenti l’ordinarietà (art. 1, c. 564, L. n. 266/2005, art. 1 D.P.R. n. 243/2006). Si pensi, ad esempio, ai casi di esposizione diretta a sostanze altamente tossiche e cancerogene, come l’amianto e l’uranio impoverito.
Con una premessa simile, è impensabile non riconoscere lo stato giuridico di vittima del dovere anche per gli appartenenti alle FFAA e al Comparto di Sicurezza. A tal proposito, l’evoluzione giurisprudenziale (SS.UU. 22753/2018) ha esteso le tutele della legge per le vittime del dovere a tutti coloro che hanno subito delle infermità ed invalidità, quindi un danno biologico.
Inoltre, in caso di decesso della vittima, le tutele vengono accordate e garantite in capo agli eredi e congiunti.
Innanzitutto, la vittima del dovere o il soggetto ad essa equiparato, così come i familiari ed eredi in caso di decesso, ha diritto al risarcimento di tutti i danni. Infatti, il nostro sistema ordinamentale prevede il risarcimento dei danni patrimoniali (danno emergente e lucro cessante), non patrimoniali (biologico, morale ed esistenziale) e di quelli patiti e patiendi.
Inoltre, si prevede il diritto a:
In caso di decesso, le prestazioni maturate dalla vittima si trasferiscono in capo ai suoi eredi legittimi. Inoltre, considerando quest’ultimi in qualità di superstiti, si riconosce anche il diritto alla costituzione delle relative prestazioni previdenziali.
Poiché la salute è uno dei diritti più importanti per l’essere umano, proclamato anche dalla nostra Carta costituzionale come inviolabile e supremo (art. 32 Cost.), una sua eventuale lesione produce e determina gravissimi pregiudizi. Questi, possono riversarsi tanto sulla vittima stessa, quanto sui suoi familiari e congiunti. Le ripercussioni possono essere tra le peggiori: pensiamo ai momenti antecedenti il doloroso e sofferto decesso del proprio caro.
Il risarcimento dei danni, riconosciuto alle vittime del dovere e corrispettivi familiari, ricomprende:
Secondo il dettame dell’art. 2087 c.c., assieme a tutte le altre norme previste a tutela dell’incolumità psicofisica degli individui, sono direttamente applicabili anche in favore dei dipendenti pubblici e privati delle FFAA e del Comparto di Sicurezza.
Il problema della tutela dei superstiti, in particolar modo degli orfani delle vittime del dovere, si mostra di particolare rilevanza e merita la massima attenzione. In moltissimi casi, come conseguenza delle gravi infermità ed invalidità riportate a causa del servizio prestato dal dipendente delle FFAA o del Comparto di Sicurezza, segue il decesso dello stesso.
Ciò che desta preoccupazione è che, nell’ipotesi in cui l’orfano non sia più nel carico fiscale, l’amministrazione spesso nega il diritto previdenziale. Questo avviene perché, secondo l’art. 6, c. 1, n.2 della L. n. 466 del 1980, si identificano come superstiti solo i figli nel carico fiscale, unitamente al coniuge.
Nonostante tale sistema sia stato definitivamente sorpassato dal legislatore per quanto riguarda le vittime del terrorismo, nel caso delle vittime del dovere spesso viene richiamata la precedente legislazione, soprattutto in assenza di disposizioni espresse.
Tale meccanismo applicativo risulta oltremodo discriminatorio ed iniquo: per questo motivo, l’ONA ribadisce il principio della necessaria non discriminazione delle vittime del dovere. Nel merito, l’avv. Ezio Bonanni è in prima linea nel sostenere e portare avanti la battaglia per il riconoscimento pieno e completo della tutela degli orfani delle vittime del dovere.
L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA, insieme al suo presidente l’Avv. Ezio Bonanni, e tutto il team legale, offre un servizio di assistenza.
L’assistenza medica e legale si estende anche ai familiari, in particolar modo quando vi è il decesso della vittima.
L’assistenza comprende sia la parte medica che quella legale, disponibile a tutte le vittime del dovere. Ad ogni vittima viene riconosciuta la causa di servizio e lo status di vittima del dovere, si riconosce il diritto ad un giusto ed equo risarcimento per tutti coloro che hanno sacrificato la propria salute, se non addirittura la vita, per il bene della collettività intera.
Per ottenere tutte le informazioni necessarie, così come la consulenza medico-legale, basta chiamare il numero verde sottostante.
Lo studio legale dell'Avvocato Bonanni assiste gli appartenenti alle Forze Armate e Comparto Sicurezza. In particolare si occupa di tutelare coloro che sono esposti ad amianto.
Il pericolo di essere esposti a questo cancerogeno è denunciato in "Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022". Purtroppo sono ancora molti i siti contaminati nel nostro Paese. Per questo l'ONA ha istituito l'APP Amianto, utile a segnalare siti a rischio amianto.
Per chi è stato esposto ad asbesto, come chi fa parte delle Forze Armate, può richiedere la consulenza legale.