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Published: Aprile 25, 2024

Esposizione amianto: la UE riduce i limiti di soglia

La Commissione europea ha finalmente ridotto i limiti di soglia dell'esposizione all'amianto sul posto di lavoro. Infatti, dalle 100 fibre/litro questo limite è stato ridotto a 10 fibre/litro. Così, il limite per l'interno, che da da 2 fibre/litro è stato portato a 0,02 fibre/litro. Questa modifica si è resa necessaria per l'elevato numero di nuovi casi di mesotelioma e cancro ai polmoni e altre malattie asbesto correlate.

Prevenzione primaria: evitare l'esposizione amianto

L’amianto è il 'big killer' del terzo millennio. Quando nel gennaio del 2000, l'Avv. Ezio Bonanni ne constatò l'elevata lesività per cittadini e lavoratori erano richiamati i limiti di soglia. In sostanza, si adombrava la normativa comunitaria per giustificare le esposizioni lavorative ancora in essere e i ritardi delle bonifiche. Invece, purtroppo, quello che fu rilevato tanti anni fa è stato confermato dalla triste realtà dei dati attuali. Ancora nell'aprile del 2024, l'incidenza epidemiologica di nuovi casi è elevatissima.

Prevenzione primaria contro l'esposizione amianto

L'impatto epidemiologico di patologie asbesto correlate è direttamente proporzionale all'esposizione all'amianto. Con questo termine, che è sinonimo di asbesto, si identificano quei minerali che hanno capacità di suddividersi longitudinalmente in fibre sempre più sottili. Queste polveri, inalate e ingerite, provocano innanzitutto infiammazione e poi cancro. Inoltre, non esiste una soglia al di sotto della quale il rischio di annulla. Quindi, anche poche fibre, possono essere letali, anche se tutte queste neoplasie sono dose dipendenti.

L'ONA - Osservatorio Nazionale Amianto - ha tra le sue funzioni e motivi ispiratori proprio l'esigenza di affermare il principio della prevenzione primaria. In altri termini, la vera prevenzione è proprio l'assenza di esposizione all'amianto. Così, si tutela la salute, che è il bene più prezioso, così come stabilito dall'art. 32 Cost.. Qualsiasi esposizione ad amianto, anche per motivi lavorativi, è contro la legge. Infatti, i limiti di soglia sono solo di maggiore allarme: così sono stati interpretati dalla Corte di Cassazione. Tuttavia, proprio i c.d. 'limiti di soglia' sono stati spesso male interpretati. Infatti, hanno costituito lo strumento con il quale i datori di lavoro hanno tentato di giustificare le loro condotte.

Esposizione amianto: direttiva comunitaria 2023/2668/UE

Con questa nuova direttiva sono state riformate le norme in materia dei limiti di soglia. In questo modo, l'Unione Europea ha tentato di arginare l'epidemia di casi di malattie asbesto correlate negli stati dell'UE. Infatti, oltre i 7mila decessi ogni anno, solo in Italia, si debbono aggiungere quelli nelle altre nazioni. Perciò, solo nel 2019, in Europa, più di 70mila persone sono decedute in seguito a patologie asbesto correlate. Non solo il mesotelioma e il tumore del polmone, oltre l'asbestosi. Ma anche tutti gli altri cancri delle vie respiratorie e gastrointestinali. Infatti, il 78% dei tumori di origine professionale in Europa sono stati causati dall'amianto: ecco le ragioni della riduzione dei limiti dell'esposizione all'amianto.

Si stima che da 4,1 a 7,3 milioni di lavoratori siano attualmente esposti all'amianto, con il 97% che lavora nell'edilizia e il 2% nella gestione dei rifiuti. Quella dell'esposizione all'asbesto è quindi una vera e propria emergenza in Europa, come in Italia.

Per tali ragioni, la Commissione europea ha avviato delle consultazioni sul riconoscimento dei nuovi disturbi legati all'amianto come “malattie professionali”.

Le azioni presentate seguono la risoluzione del Parlamento europeo del 3 ottobre 2022 sulla protezione dei lavoratori dall’amianto. Questa nuova normativa è stata anche recepita nell'ordinamento italiano.

Legge 257/92: bando dell'amianto senza obbligo di bonifica

L'Italia, seconda in Europa solo alla vecchia Unione Sovietica per estrazione e utilizzo di amianto, lo ha messo al bando con la legge 257/92. Questa legge fa divieto di utilizzo di nuovo amianto, ma non quello dell'amianto già posto in opera. In Italia, ne sono ancora presenti 40 milioni di tonnellate di materiali che lo compongono. Poiché non sussiste una soglia minima che ci ponga al riparo dal rischio, l'unica soluzione è quella della completa bonifica. Purtroppo, siamo ancora indietro con la bonifica. Questi nuovi limiti di soglia, ora introdotti anche nel nostro ordinamento, debbono essere accompagnati con la bonifica.

Quindi, tutte le ambiguità della legge 257/92 possono e debbono essere risolte dando piena applicazione all'art. 32 Cost.. Solo in questo modo può essere tutelata la salute. La Corte di Cassazione, in più occasioni, ha confermato che non c'è un limite di soglia che renda lecita l'esposizione amianto. Infatti, la Cassazione Civile, Sez. Lav., 13 dicembre 2022, n. 36322 richiama proprio questo principio. Le norme cautelari non contengono un limite di soglia.

Esposizione amianto e protezione dei lavoratori

L'input è: “proteggere meglio le persone e l'ambiente dall'amianto e garantire un futuro libero dall’amianto”. Queste nuove normative, dettate dall'Unione Europea, vanno nel segno di superare la logica meramente mercantile. L'UE, il libero commercio e lo sviluppo non possono obliterare il diritto alla salute. Per questi motivi, oltre al bando dell'amianto in Europa, era necessario imporre la bonifica. Tuttavia, senza reticenze legate ai limiti di soglia.

La road-map della tutela europea contro l'amianto

La Commissione ha chiamato in causa i 27 Stati membri, le istituzioni dell'UE, le parti sociali e le parti interessate, al fine di: 

  • Elaborare strategie nazionali di rimozione dell’amianto, in grado di garantire lo smaltimento sicuro della fibra, l'inquinamento zero e proteggere le generazioni attuali e future;
  • Ha chiesto di introdurre un “diario di bordo digitale” per gli condividere dati relativi agli edifici (sulla costruzione,  progettazione e demolizione);
  • Ha proposto un nuovo approccio dell'UE sulla rilevazione del cancro, che include un aggiornamento della raccomandazione del Consiglio del 2003 sullo screening del cancro .
  • L'UE continuerà inoltre a svolgere un ruolo di primo piano nella lotta globale contro l'amianto, ad esempio nel contesto della Conferenza delle parti della Convenzione di Rotterdam, dell'Organizzazione internazionale del lavoro, del G7 e del G20.

Per portare avanti tali strategie, l’UE ha a disposizione numerosi fondi da elargire agli Stati membri per la prevenzione sanitaria, il trattamento, i lavori di ristrutturazione e la rimozione sicura dell’amianto. 

Essi sono il Fondo per la ripresa e la resilienza, il Fondo sociale europeo Plus e il Fondo europeo di sviluppo regionale

Asbesto amianto: l'antica conoscenza della sua lesività

Fin dall'inizio del secolo scorso erano noti gli effetti lesivi dell'amianto sulla salute umana. Infatti, la Cassazione, IV sezione penale, 49215/2012 chiarisce come già con il Regio Decreto 442/1909, era stata sancita la lesività dell'amianto. L'esposizione all'amianto aveva, infatti, provocato già nei primi anni del '900 le prime epidemie di malattie asbesto correlate. In Italia, l'asbestosi era stata già tabellata con la legge 455/43. Già nel 1955, Richard Doll aveva dimostrato l'effetto cancerogeno dell'amianto con unanime consenso scientifico.

Quando la Commissione ha deciso di ridurre la soglia del rischio esposizione “in conformità con gli ultimi sviluppi scientifici e tecnologici”, si legge in una nota, è già fuori tempo massimo. Tuttavia, è comunque un passo avanti nel rispetto della salute dei lavoratori e cittadini. Così, il Parlamento europeo e gli Stati membri debbono ridurre il limite di soglia. Così, fino a 0,01 fibre per centimetro cubo (f/cm3), dieci volte inferiore a quello esistente nel passato.

Per l’ONA non esiste una soglia di sicurezza all’esposizione

L’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto (ONA), ne ha preso atto. Infatti, nel corso del convegno "Dall'amianto alle nuove fonti energetiche per la tutela dell'ambiente e dei lavoratori" (Camera dei Deputati) è stato richiamato il ruolo fondamentale dell'Unione Europea. Proprio, l'Europa, infatti, deve farsi portatore e propulsore dei valori comuni, tra i quali la tutela della salute. Quindi, poiché proprio l'esposizione ad amianto è la fonte di un maggior danno, è necessario procedere in modo spedito alla bonifica. Per questo, sarebbe auspicabile anche l'utilizzo di risorse del PNRR per poter accelerare la bonifica amianto.

L'ONA - Osservatorio Nazionale Amianto - assiste e tutela i lavoratori e cittadini da questo rischio. Si può contattare l'associazione al numero verde 800 034 294, oppure compilando l'apposito form online.

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