Il Brasile ha affondato una portaerei dismessa piena di rifiuti tossici e amianto. Dura la reazione degli ambientalisti.
Brasile: storia di ordinaria follia
Folle la decisione di affondare una portaerei francese dismessa, carica di amianto, metalli pesanti e altri rifiuti tossici.
L’”affondamento pianificato” è avvenuto lo scorso tre febbraio nel bel mezzo dell’Atlantico a circa 350 km dalla costa, in un'area con una profondità approssimativa di 5.000 metri.
A nulla è valsa la protesta degli attivisti, preoccupati per l’impatto ambientale a danno della catena alimentare marina e delle comunità costiere.
Nessun porto disposto ad accogliere la nave
La decisione è arrivata dopo che le autorità brasiliane avevano cercato, senza successo, di trovare un porto disposto ad accogliere la portaerei São Paulo.
Il Brasile ha violato tre trattati internazionali
Intanto gli attivisti hanno rilasciato una dichiarazione congiunta con Greenpeace e Sea Shepherd.
Stando alla loro accusa, il Brasile avrebbe violato tre trattati internazionali relativi alla salvaguardia dell’ambiente.
Leandro Ramos, direttore di Greenpeace Brasile ha detto che altre "misure responsabili per l'ambiente avrebbero potuto essere adottate, ma ancora una volta, l'importanza di proteggere gli oceani, che sono vitali per la vita del pianeta, è stata trattata con negligenza”.
Dello stesso parere Shipbreaking Platform, una coalizione di organizzazioni non profit che sostiene il riciclaggio sicuro delle navi. In una nota, la ONG ha dichiarato che un affondamento controllato è eguagliabile “a un crimine ambientale sponsorizzato dallo Stato".
È meglio "l’eutanasia" per la nave?
Diverso il parere della autorità brasiliane, secondo cui l’alternativa era che la nave (266 metri) si arenasse spontaneamente. Le condizioni della nave erano infatti pessime e i danni allo scafo l’avrebbero fatta affondare in modo incontrollabile. Cosa che potenzialmente avrebbe potuto bloccare i corsi d'acqua.
Soluzione rifiutata dal giudice, dato che uno sprofondamento “non pianificato” avrebbe avuto un impatto ancora peggiore.
È stato scelto un luogo “sicuro” in Brasile
Asciutta la risposta della Marina. Prima di procedere con le operazioni, si è provveduto a identificare un’area che garantisse "la sicurezza della navigazione e dell’ambiente, la mitigazione degli impatti sulla salute pubblica, sulle attività di pesca e sugli ecosistemi”.
Dopo aver scelto il luogo giusto, ha avuto inizio l’operazione “effettuata con le necessarie competenze tecniche”.
Qualche dettaglio sulla nave affondata
Costruita alla fine degli anni '50 in Francia - il vettore della Classe Clemenceau-Foch (questo il suo primo nome) aveva preso parte ai primi test nucleari francesi nel Pacifico negli anni ’60.
Dagli anni Settanta fino agli anni Novanta, è stata impiegata in varie postazioni dislocate fra Africa, Medio Oriente ed ex Jugoslavia, per poi essere acquistata dal Brasile nel 2000, per 12 milioni di dollari.
Nel 2005, un incendio causò diversi danni e la nave venne abbandonata. Lo scorso anno, il Brasile aveva autorizzato una società turca (Sok Denizcilik) a smantellare la portaerei, per rivendere i rottami.
Tuttavia, mentre stava per raggiungere le coste turche al largo del Mediterraneo (Gibilterra), il governo turco ha annullato il permesso di importazione della nave.
Come nel gioco dell’oca, la nave è tornata indietro al mittente, ma il Brasile ne ha negato l’accesso al porto per via dell’alto rischio ambientale.
Che cosa succederà adesso in Brasile?
Ibama, l'agenzia ambientale brasiliana, ha stilato un elenco relativo alle minacce derivanti dall’affondamento “legalizzato”.
- Gli inquinanti imballati all'interno della sua struttura potrebbero ostacolare la crescita degli organismi acquatici;
- l’impatto della nave sul fondo dell'oceano potrebbe uccidere le specie e degradare gli ecosistemi;
- gli idrofluorocarburi - sostanze chimiche migliaia di volte più potenti dell'anidride carbonica nel riscaldare il pianeta - utilizzati per isolare le stanze potrebbero degradare lo strato di ozono.
Osservatorio Nazionale Amianto: con l’amianto non si scherza
ONA-Osservatorio Nazionale Amianto è fortemente preoccupato per l’impatto che l’affondamento può avere sull’ambiente e sull’uomo. Con l’amianto non si scherza. Il pericolo non può e non deve essere sottovalutato.
Anche le operazioni effettuate possono rivelarsi potenzialmente letali. A pagare le conseguenze saranno le generazioni future. È triplice affondamento: della nave, del diritto alla salute e dell’ambiente.