L'esposizione all'arsenico provoca gravi intossicazioni e danni significativi alla salute. Secondo l'OMS, l'arsenico è una delle sostanze tossiche più pericolose, insieme al piombo e al mercurio, a cui è possibile essere esposti.
I lavoratori esposti professionalmente all'arsenico hanno il diritto al riconoscimento della malattia professionale e alla fruizione delle prestazioni economiche e socio-sanitarie dell'INAIL o alla causa di servizio, e in alcuni casi anche dello status di vittime del dovere.
Hanno inoltre il diritto al risarcimento completo dei danni subiti, sia di natura patrimoniale che non patrimoniale (danno biologico, morale ed esistenziale). Lo stesso trattamento si applica ai loro familiari.
L'Avvocato Ezio Bonanni assiste le vittime di esposizioni professionali ad agenti cancerogeni e patogeni. Attraverso una richiesta di consulenza gratuita, è possibile ottenere assistenza legale gratuita e medica e psicologica attraverso l'ONA - Osservatorio Nazionale Amianto di cui l'avvocato è Presidente.
L'arsenico si trova in natura in forma di solfuro, come arsenopirite (FeAsS) e realgar (As4S4). Inoltre, sono presenti importanti composti come l'arsina (AsH3), l'acido arsenioso (H3AsO3), l'acido arsenico (H3AsO4) e gli arseniati correlati.
L'arsenico è un elemento del gruppo V nella tavola periodica degli elementi, con numero atomico 33. Si trova nella regione dei semimetalli, situata tra i metalli e i non metalli.
Nello stato naturale, l'arsenico è un solido grigio, lucente e fragile, ed è chiamato arsenico metallico.
Durante la combustione, produce fumi densi di colore bianco con un tipico odore di aglio. Lo stesso odore è riscontrato nelle persone intossicate. Questo si verifica principalmente in casi di intossicazione acuta.
I metalli pesanti hanno effetti citotossici e genetici che dipendono dalla loro posizione nella tavola periodica. Gli effetti clastogenici sono proporzionali al loro peso atomico, alla loro elettropositività e alla loro solubilità nei lipidi e nell'acqua.
È stato dimostrato che anche altri metalli, come sodio, potassio, rame, calcio, stronzio, zinco, cadmio, mercurio, alluminio, tallio, lantanio, cerio, piombo, vanadio, selenio e cromo, hanno effetti citotossici.
A questi si aggiungono altri metalli, tra cui molibdeno, manganese, ferro, cobalto e nichel. Per questo motivo, l'ONA e l'Avvocato Ezio Bonanni ha sempre sostenuto la prevenzione primaria non solo nei confronti delle fibre di amianto, ma anche di questi patogeni. Solo evitando le esposizioni a 360° si può infatti evitare di ammalarsi.
L'arsenico è una sostanza tossica utilizzata in vari composti chimici, specialmente nell'agricoltura, come insetticidi, rodenticidi, fungicidi e prodotti per la protezione del legno.
Nei lavoratori del settore primario in generale, l'incidenza di tumori è inferiore rispetto ai residenti nelle aree industrializzate.
Un settore lavorativo particolarmente a rischio è quello dello smaltimento dei rifiuti, con molteplici modalità di contatto, tra cui l'ingestione di acque contaminate.
L'arsenico rappresenta una minaccia soprattutto per i paesi in via di sviluppo. Purtroppo, gli impianti industriali obsoleti, spesso trasferiti proprio in questi paesi, utilizzavano numerosi cancerogeni, tra cui l'arsenico.
L'acqua potabile è la principale fonte di danni da arsenico. Le acque sono spesso contaminate e a loro volta contaminano i pesci, i crostacei e altre creature marine.
Oltre all'arsenico, le acque potabili sono spesso contaminate da rame, zinco, ferro, mercurio, cromo, piombo e cadmio.
La scoperta di arsenobetaina nelle acque ha suscitato un grande interesse. Inizialmente, sono state trovate tracce di arsenobetaina nelle aragoste, poi in molte altre specie marine che fanno parte della dieta umana. Successivamente, sono state trovate tracce anche nelle alghe, con la presenza di ribofuranosidi.
Attraverso la cristallografia a raggi X, che sfrutta l'emissione di radiazioni indotta da protoni e la fluorescenza indotta da radioisotopi, è possibile quantificare la concentrazione degli elementi presenti in tracce negli alimenti comuni.
In questo modo è stato possibile rilevare l'arsenico in alcune varietà di riso a una concentrazione di 0,2 mg/Kg e il piombo nel tuorlo d'uovo di gallina a 1,7 mg/Kg.
Lo spettrofotometro ad assorbimento atomico e lo spettrometro ad emissione di argon sono indicatori della presenza di metalli pesanti negli alimenti. Ulteriori indagini su merluzzo e pescecane hanno dimostrato la presenza di arsenico e mercurio anche in queste creature.
Di particolare interesse è il comportamento del mercurio, poiché le procedure di lavorazione e lavaggio del pesce riescono a rimuovere l'arsenico, ma non il mercurio.
Le misurazioni effettuate hanno fornito alcune indicazioni: i cereali sembrano non essere sensibili all'inquinamento da metalli pesanti, così come il latte e la carne degli animali da allevamento. Tuttavia, il fegato e i reni contengono concentrazioni di arsenico, cadmio e piombo che aumentano con l'età degli animali.
Il rischio maggiore si presenta per i residenti nelle vicinanze degli impianti che trattano l'arsenico. Ricercatori dell'Università di Washington hanno condotto importanti studi sull'esposizione all'arsenico tra gli abitanti di una comunità vicina a una fonderia di rame inattiva.
Lo studio ha coinvolto 121 famiglie, per un totale di 435 persone, che vivevano entro 8 miglia dalla fonderia. A scopo di confronto, altre 10 famiglie, pari a 31 persone, provenienti da un'area non contaminata sono state campionate.
I dati dello studio hanno confermato una concentrazione media di arsenico nelle urine dei soggetti: residenti a 0,5 miglia = 11,4 ppb, residenti a 3 miglia = 9,1 ppb, gruppo di confronto = 9,5 ppb.
Quando suddivisi per età e sesso, i campioni di urine hanno mostrato concentrazioni molto più elevate nei bambini di età inferiore ai 7 anni (bambini = 48 ppb, bambine = 24,5 ppb). L'acqua utilizzata per lavarsi le mani ha mostrato concentrazioni rispettivamente di 2,5, 0,2 e 0,1 µg per mano nelle diverse distanze.
Le concentrazioni di arsenico nei capelli a 0,5 e 6,3 miglia erano di 3,7 e 0,4 ppm, mentre nella frutta e nelle verdure era di 1,8 ppm. La concentrazione di arsenico nell'acqua potabile variava tra 0,4 e 1 ppm. Le concentrazioni medie di arsenico nel suolo a 0,5 e 6,3 miglia erano rispettivamente di 215 e 18,5 ppm.
I risultati di queste ricerche indicano che la principale fonte di esposizione è il suolo (inquinamento del suolo) e, ovviamente, la fonderia stessa. Di conseguenza, le concentrazioni di arsenico nelle urine erano significativamente più elevate solo per i residenti entro 0,5 miglia, e per i bambini i valori nelle urine erano correlati a quelli dell'acqua utilizzata per lavarsi le mani.
L'ingestione è la via principale di ingresso, che nei bambini viene favorita dal comportamento di portare le mani alla bocca.
Al contrario, in 53 dei 79 membri di 17 famiglie che abitavano vicino a una fabbrica che utilizzava acetoarsenito di rame, sono state evidenziate chiare segni di intossicazione cronica da arsenico, poiché i valori di concentrazione nella loro acqua variavano da 5 a 58 mg/l.
Sono stati effettuati anche test sulla contaminazione da arsenico negli animali. I primi a sottoporsi a test sono stati topi e criceti, che hanno assunto una singola dose di 40 mg/Kg. I test sulle feci e sulle urine hanno rilevato tracce di arsenico già dopo le prime 48 ore.
Tra i campioni testati c'era anche un essere umano che aveva assunto una quantità di sostanza sufficiente a produrre una dose di 0,1 mg/Kg di peso corporeo. Meno dell'1% dell'arsenico somministrato era ancora presente nell'organismo degli animali dopo 48 ore.
L'eliminazione fecale ammontava al 42% negli criceti e al 29% nei topi. L'escrezione dell'acido dimetil-arsenico avveniva per l'80-85% in forma non metabolizzata e per il 13-15% in forma complessa (con il 3,5-6,4% nelle urine come ossido di trimetil-arsina). Negli esseri umani i risultati sono simili.
Numerosi studi indicano che la quantità di arsenico assorbita dall'organismo si riflette nella quantità escreta nelle urine. Tuttavia, non è possibile trarre conclusioni cliniche sulla tossicità basandosi su questo dato.
Infatti, i sintomi di tossicità sono già evidenti a una concentrazione di 0,25 ppm, mentre altre persone possono eliminare l'arsenico a una concentrazione di 1 ppm senza manifestare sintomi o segni. In ogni caso, le concentrazioni nelle urine dovrebbero idealmente rimanere al di sotto dei 5 µg/die.
Le unghie sono un altro tessuto in cui l'arsenico può accumularsi. Oltre all'arsenico, sono state trovate concentrazioni variabili di calcio, magnesio, fosforo, sodio, potassio, ferro, zinco e alluminio, che vanno da 40 a 800 ppm. Tracce di altri elementi sono state rilevate a una concentrazione inferiore a 0,5-5 ppm.
Le abitudini alimentari sembrano essere responsabili delle differenze riscontrate in diverse aree geografiche come Giappone, India, Polonia, Canada e Stati Uniti.
Ad esempio, campioni di unghie prelevate da giapponesi presentano livelli elevati di mercurio, ferro e alluminio, probabilmente a causa del consumo elevato di pesce.
L'esposizione all'arsenico provoca l'insorgenza delle seguenti patologie:
L'inclusione di queste malattie nella lista I dell'INAIL presuppone la presunzione legale dell'origine professionale. Oltre alla prova della malattia, è necessaria la presenza dell'arsenico nell'ambiente di lavoro e questo basta ad ottenere il riconoscimento della malattia professionale. Il servizio medico legale dell'ONA verifica la presenza di arsenico negli ambienti di lavoro o se è stato utilizzato come materia prima e permette di ottenere il riconoscimento di malattia professionale.
Oltre alle patologie della lista I, l'INAIL riconosce anche altre malattie inserite nella lista II. In particolare, sono inclusi diversi tipi di tumori:
In generale, gli organi bersaglio delle malattie causate dall'arsenico sono i polmoni, il fegato, la pelle, il sangue, la rinofaringe, la mucosa congiuntivale e il sistema nervoso periferico. L'esposizione all'arsenico può avvenire per inalazione, ingestione e/o assorbimento cutaneo.
Le malattie nella lista II dell'INAIL sono considerate come aventi una "origine lavorativa di probabilità limitata". In questo caso, non è prevista la presunzione legale dell'origine professionale. Sarà compito della vittima dimostrare il nesso causale per ottenere le prestazioni INAIL.
L'INAIL indennizza solo il danno biologico e il danno patrimoniale derivante dalla diminuzione delle capacità lavorative. Per ottenere un risarcimento completo dei danni, inclusi i danni morali ed esistenziali, è necessario fare valere la responsabilità contrattuale ed extracontrattuale.
La quantificazione dei danni subiti da un lavoratore vittima di malattia professionale viene stabilita in modo personalizzato. Viene calcolato il differenziale del danno patrimoniale e del danno biologico, e viene fornito un risarcimento differenziale che risarcisca tutti gli altri danni.
Nel caso di rendita INAIL, l'abbattimento si applica solo al danno biologico, anziché al danno patrimoniale derivante dalla diminuzione delle capacità lavorative.
Tutte le procedure sono definite dettagliatamente dall'articolo 1, comma 1126, lettera a) della Legge 145/2018, come modificato dall'articolo 3-sexies, comma 1, del Decreto Legislativo 30 aprile 2019, n. 34, successivamente convertito, con modifiche, dalla Legge 28 giugno 2019, n. 58, che ha abrogato la lettera a) del comma 1126 della recente legge di bilancio.
Per determinare l'entità del danno non patrimoniale, è necessario considerare il valore della lesione biologica e applicare il sistema riportato nella Tabella del Tribunale di Milano. Il sistema permette di stabilire il valore del danno, rideterminando il quantum delle singole poste in relazione alle caratteristiche individuali del danneggiato, per la responsabilità contrattuale e per la responsabilità extracontrattuale.
L'Avvocato Ezio Bonanni e l'ONA offrono assistenza legale gratuita per ottenere lo status di vittima del dovere e causa di servizio per i dipendenti del settore pubblico non privatizzato e per tutte le prestazioni INAIL (per i dipendenti privati e pubblici del settore privatizzato). Forniscono assistenza legale alle vittime e ai loro familiari, garantendo il diritto a un risarcimento completo dei danni subiti a causa dell'esposizione dannosa.