Il tumore dello stomaco o tumore gastrico è la neoplasia provocata dalla crescita incontrollata di una massa di cellule. Il processo neoplastico ha origine quasi sempre dalla mucosa, lo strato più interno della parete gastrica.
Lo stomaco viene colpito da diverse patologie tumorali. La più nota e importante è, sicuramente, l'adenocarcinoma di tipo gastrico.
L’adenocarcinoma gastrico ha origine dalle cellule della mucosa gastrica e, a seconda della posizione in cui si genera, può essere distinto in: prossimale (più vicino all’esofago) o distale (più vicino al piloro o al duodeno).
Lo stomaco può essere anche interessato da un'altra forma tumorale: il tumore carcinoide di natura neuroendocrina. È una forma che va a compromettere le funzioni delle cellule enterocromaffini. Queste ultime svolgono il compito di secernere l'ormone serotonina e contribuiscono all'attivazione della peristalsi che regola il movimento del bolo alimentare lungo il tratto digerente.
Un'altra tipologia molto frequente è il tumore dello stomaco di tipo intestinale. È una formazione simil polipoide, dovuta alla trasformazione dell'epitelio gastrico in epitelio intestinale, metaplasia intestinale.
Il tumore dello stomaco di tipo diffuso ha origine dalla normale mucosa gastrica e penetra profondamente nei tessuti delle pareti dello stomaco, espandendosi lateralmente e dando luogo a ulcere.
Il cancro dello stomaco, così come altri tumori, viene classificato in base al sistema TNM. Il parametro T si riferisce alla dimensione del tumore primitivo (quello che si è manifestato per primo, nel caso ce ne sia più di uno). Invece il parametro N prende in considerazione l'eventuale interessamento linfonodale. Infine il parametro M fa riferimento alla presenza o meno di metastasi.
La diffusione del cancro gastrico può avvenire in diversi modi:
Col passare del tempo, infatti, il tumore può infiltrare più a fondo le pareti, dando origine a metastasi ai linfonodi regionali e metastasi a distanza, soprattutto a carico di fegato, polmoni e ossa.
Quali sono i sintomi del tumore allo stomaco? Dopo una prima fase asintomatica, il tumore dello stomaco è causa di disturbi digestivi e sintomi di tumori allo stomaco di carattere generale, che tendono a peggiorare progressivamente con l'avanzare della malattia.
La principale sintomatologia tumore stomaco è data da:
La chirurgia rappresenta la modalità preferenziale per il trattamento dell’adenocarcinoma gastrico di tipo intestinale. Quando il tumore si trova ancora ad uno stadio precoce, è consigliabile ricorrere all’approccio laparoscopico, se l’intento è resettivo, oppure a scopo diagnostico per valutare l’eventuale presenza di metastasi a distanza, non visibili con altri metodi che non siano invasivi.
Le due tipologie di intervento più utilizzate sono:
La gastroresezione viene effettuata quando il tumore colpisce la porzione distale dello stomaco (antro o piloro), mentre la gastrectomia viene effettuata quando sono coinvolte le porzioni più prossimali dello stomaco (corpo, fondo, giunzione esofago-gastrica).
Nei casi in cui il tumore sia in uno stadio molto avanzato, è possibile che il chirurgo debba procedere all'asportazione di organi limitrofi eventualmente infiltrati dalla malattia, quali: milza, pancreas, porzione inferiore dell'esofago o il colon trasverso.
Il tumore dello stomaco viene classificato come patologia multifattoriale. In quanto tale è difficile, risalire a una singola causa.
Tra i principali fattori di rischio, così come per moltissime altre tipologie di tumori, riscontriamo il fumo di sigaretta. I fumatori presentano infatti il 40% in più di sviluppare un tumore.
Un ruolo accertato nella genesi di questa patologia tumorale è dato, invece, dall’Helicobacter pylori, un batterio normalmente presente all'interno dello stomaco, che ne sopporta molto bene l'ambiente acido. Nel momento in cui, però, le difese immunitarie dell'organismo umano perdono di efficacia, il batterio prolifera, provocando un'infezione, che il più delle volte si tramuta in un tumore.
I fattori di rischio nutrizionali svolgono un ruolo centrale nella genesi del tumore. Un'alimentazione con le seguenti caratteristice ne favorisce infatti lo sviluppo a livello gastrico:
L'obesità e il sovrappeso, secondo alcuni esperti, potrebbero costituire un fattore di rischio. In questo caso è necessario approfondire con diversi studi e analisi.
Esiste poi una predisposizione familiare che contribuisce alla genesi della malattia. Alterazioni a carico di alcuni geni (tra i quali p53 e APC) sono causa dell'insorgenza di tumori in diversi organi, tra i quali lo stomaco (sindrome di Lynch di tipo II).
Altri importanti fattori di rischio sono:
Il tumore dello stomaco viene considerata dall' Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) tra le neoplasie causate dall’asbesto. Nella monografia si legge:
“The Working Group reviewed 42 cohort studies and five population-based case–control studies that examined the association between asbestos and cancer of the stomach".
Purtroppo in Italia è ancora presente l'amianto in molti edifici privati e pubblici. Denuncia la situazione "Il libro bianco delle morti di amianto in Italia - Ed.2022". Per segnalare i siti contaminati si può usare l'applicazione ideata dal'ONA.
Gli studi di Selikoff riportarono una mortalità in eccesso di quasi 3 volte per cancro allo stomaco in una popolazione di 632 lavoratori dell'isolamento a New York e nel New Jersey esposti professionalmente alla polvere di amianto. Inoltre trovarono prove di una relazione tra la durata dell'esposizione all'amianto e il rischio di morte per cancro allo stomaco.
Allo stesso modo Liddell (1997) ha osservato una relazione dose-risposta positiva tra l'esposizione cumulativa alla polvere di amianto e la mortalità per cancro allo stomaco nei minatori e mugnai esposti prevalentemente ad amianto crisotilo, in Quebec, Canada.
Invece uno studio dalla Polonia (Krstev, 2005) ha rilevato un OR per il cancro allo stomaco di 1,5 per i lavoratori mai esposti all'amianto e di 1,2 per i lavoratori con 10 o più anni di esposizione all'amianto.
Il tumore dello stomaco è inserito nella LISTA II delle patologie asbesto correlate e, come tale, consente a chi ne è affetto di ottenere un indennizzo INAIL.
Ci sono diversi agenti causali con riferimento al tumore dello stomaco e dunque la difesa deve essere modulata tenendo presente l'anamnesi lavorativa.
Il tumore dello stomaco è inquadrato ai fini della denuncia di malattia professionale (ex dm. 10/06/2014, nel gruppo 6 - C16), per diverse lavorazioni e agenti causali:
Agenti Causali (DD.MM. 09/04/2008 e 10/06/2014) | Riferimenti e lavorazioni D.M. 09/04/2008 | Periodo Max. Ind. | Lista | Codice |
Industria della gomma | n.p | Illimitato | LISTA I | I.6.30. |
Radiazioni Ionizzanti | n.p | Illimitato | LISTA I | I.6.15. |
Asbesto | n.p | Illimitato | LISTA II | II.6.3. |
Vetri artistici, Contenitori di vetro, vetro stampato (manifattura) | n.p | Illimitato | LISTA II | II.6.21. |
Piombo, Leghe e Composti | Ind.n.10f); lavorazioni che espongono all’azione del piombo, leghe e composti. | Illimitato | LISTA II | II.6.25. |
1.2 Dicloroetano | Ind. n. 35 d) lavorazioni che espongono all’azione dei derivati alogenati e/o nitrici degli idrocarburi alifatici saturi e non saturi, ciclici e non ciclici; agric. N.4 c): lavorazioni che espongono all’azione dei derivati alogenati degli idrocarburi alifatici. | Illimitato | LISTA III | III.6.O7. |
Il tumore dello stomaco appartiene alla categoria dei tumori multifattoriali, così denominati in quanto condizionati da una serie di fattori cancerogeni, tra i quali l'amianto.
L'INAIL inserisce il tumore dello stomaco nella LISTA II, Gruppo 6, Codice II 6.3., causato dall'agente eziologico asbesto. Le malattie inserite nella tabella II sono quelle per le quali non si presume l' origine professionale e quindi la prova deve essere fornita dal lavoratore, il quale potrà però giovarsi del fatto che sono inserite nelle tabelle.
Per poter beneficiare delle prestazioni erogate dall'INAIL, occorre innanzitutto attestare l'esposizione all'amianto. Ciò è possibile presentando una serie di documenti, che dimostrano di aver subito tale esposizione:
Oltre a questa documentazione, è necessario esibirne altra di tipo medico, che verrà visionata dal medico di lavoro.
Questa figura, possiede infatti la responsabilità di sottoporre a visita medica l'assistito, e di provare la sua esposizione all'asbesto, mediante la stesura di una relazione, basata sul modello dell'INAIL 5ss bis.
L'INAIL, una volta ricevuta la certificazione, provvede affinchè venga visionato anche dalla CON.TA.R.P. (Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione centrale).
Questa Commissione ha il compito di redigere a propria volta una relazione, che confermi la presenza dell'agente eziologico, anche a titolo di esposizione solamente ambientale (Cass. Sez. Lav. n. 23653/2016).
Nel caso in cui l'esposizione venga confermata si può beneficiare:
In base all'accoglimento o meno, della domanda amministrativa di riconoscimento di malattia professionale, si potrà usufruire delle prestazioni INAIL.
In caso di rigetto, l'assistito ha la possibilità di procedere con un ricorso amministrativo (come previsto dall'art. 104 del D.P.R. n.1224/65) al fine di riesaminare il provvedimento.
Si può presentare ricorso sia nel caso di rigetto, che di una sottovalutazione dell'effettivo danno biologico subito dalla vittima.
In seguito al ricorso, viene fissata una visita collegiale, così definita in quanto disposta dal pool di esperti sanitari INAIL, per esaminare la documentazione. Presenzia alla visita anche il medico curante dell'assistito, in sua rappresentanza.
A seguito della visita, l'INAIL formulerà un provvedimento definitivo, con il quale verrà accolta la domanda di riconoscimento della malattia professionale, oppure respinta.
Nei casi di rigetto, come previsto dall'ex art. 442 c.p.c. l'assistito, e in caso di decesso, i familiari superstiti, possono procedere con ricorso contro l'INAIL al Giudice del Lavoro. Per familiari superstiti s'intendono : il coniuge, i figli disabili, i figli minorenni e i figli maggiorenni a condizione che non abbiano superato i 26 anni di età, se universitari, e i 21 se studenti della scuola secondaria di primo grado.
Il Giudice avrà il compito di valutare, tra le prove presentate, testimoniale e di consulenza tecnica, l'effettiva presenza dell'amianto nell'ambito lavorativo, esposizione diretta e indiretta. Dovrà analizzare inoltre, la documentazione medico legale per confermare il nesso causale e quantificare il grado invalidante.
In caso di rigetto, o accoglimento parziale, si può impugnare la sentanza dinanzi la Corte d'Appello competente.
Il riconoscimento della malattia professionale comporta per la vittima il diritto ad ottenere la certificazione di esposizione professionale.
Questa certificazione permette di depositare all'INPS la domanda di accreditamento dei benefici contributivi.
Tali prestazioni vengono erogate al fine di riparare alle lesività provocate dalle fibre di amianto, e al ritardo con il quale lo Stato Italiano ha recepito la direttiva n. 477/83 CEE.
L'assistito deve ora procedere alla riformulazione della posizione previdenziale e contributiva, presentando la domanda amministrativa all'INPS. In allegato alla domanda, vanno presentati anche la documentazione INAIL e quella lavorativa.
Si può procedere nei confronti dell'INPS, anche qualora la vittima sia sprovvista della certificazione di esposizione rilasciata dall'INAIL.
Scopo della domanda è quello di accedere alle maggiorazioni contributive, che comportano una serie di vantaggi a coloro che hanno contratto patologie asbesto correlate.
Tali prestazioni consentono ai lavoratori di accedere al pensionamento in anticipo al periodo previsto, in base alla durata dell'esposizione ad amianto subita. Il lavoratore, che per 10 anni è stato esposto alle fibre di amianto, ha diritto ad accedere alla pensione 5 anni in anticipo alla data prevista.
Coloro che invece sono già in pensione, possono ricalcolare il rateo pensionistico, mediante il coefficiente 1.5. Se si ha lavorato per 20 anni di cui 12 anni in esposizione ad asbesto, il periodo utile ai fini del diritto alla pensione sarà di 26 anni (12 x 1,5 + 8 anni).
Condizione particolare di queste prestazioni, è che non è richiesta una soglia minima di esposizione, nè il periodo ultradecennale.
L'INPS potrebbe non accogliere la domanda amministrativa, senza necessità di esprimere un giudizio diretto, ma attraverso il silenzio maturato in 120 giorni dal deposito della domanda.
In questo caso, l'assistito può rivolgersi al Comitato Provinciale INPS, come previsto dall'art.443 del c.p.c, e qualora anche qui venga rigettato il ricorso può appellarsi al Giudice del Lavoro, così da ottenere le maggiorazioni contributive INPS ( art.442 c.p.c.).
I documenti necesasri sono:
I lavoratori, che hanno contratto patologie asbesto correlate, sono tutelati dai commi 250- bis, 250- ter dell'art.1 della L.n. 232/2016. Hanno infatti diritto al pensionamento immediato.
Questa condizione ha agevolato tutti quei lavoratori, che pur avendo contratto una patologia legata alle fibre di amianto, non avendo ancora maturato le condizioni per il pensionamento, erano tenuti a continuare a svolgere le proprie mansioni.
Tutto questo grazie all'approvazione dal Parlamento dell'art.1 co. 250 L.232/2016 pensione di inabilità amianto, per la quale si è tanto battuto l'avv. Ezio Bonanni, presidente dell'ONA.
Per comprendere come accedere alla prestazione, occorre fare riferimento alla Circolare INPS n. 34 del 09/03/2020.
Ricordiamo a tal proposito, che tale strumento normativo non è cumulabile con l'indennizzo INAIL, e può quindi essere utilizzato solo nel caso in cui gli anni mancanti per il pensionamento fossero di un certo rilievo, per il caso in cui si è al di sotto dell'indennizzabilità (Corte di Cassazione, Sez. Lav. Sentenza n.30438/2018).
Nel momento in cui viene riconosciuta l'origine professionale della patologia asbesto correlata, l'avente diritto può procedere legalmente contro il proprio datore di lavoro.
Si può infatti richiedere il risarcimento di tutti i danni (danni patrimoniali e non patrimoniali), cagionati dall'esposizione alle fibre di asbesto.
Ci riferiamo quindi al cosiddetto "danno differenziale" consistente, nella differenza tra danno complessivo subito dalla vittima a cui viene sottratto l'eventuale indennizzo del danno biologico concesso dall'INAIL.
Nel caso in cui la vittima venga a mancare a causa dell'esposizione ad amianto, o qualsiasi altro agente cancerogeno presente sul luogo del lavoro, i familiari hanno diritto ad ottenere la liquidazione di quanto maturato dal defunto.
I familiari subiscono infatti il cosiddetto "danno iure proprio" con il quale s'intende l'esposizione domestica all'agente cancerogeno responsabile della malattia contratta dal familiare, la modifica dello stile di vita, e lo shock dovuto al decesso. Vengono inoltre lesi i vincoli parentali unitamente a quelli affettivi.
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