L'Avv. Ezio Bonanni continua a sottolineare l'importanza e la necessità della bonifica amianto per evitare la contrazione delle malattie amianto correlate. Le fibre di amianto, aspirate o ingerite, causano numerosi danni alla salute umana.
Il significato della parola amianto (dal greco ἀμίαντος) è inattaccabile, incorruttibile. Il termine asbesto, (dal greco ἄσβεστος) significa "che non brucia" e inestinguibile. Sono queste le parole con le quali si identificano quei minerali formati da silicato di magnesio, calcio e ferro, che vengono estratti da cave e miniere. Si parla di una struttura fibrosa in grado di suddividersi longitudinalmente in fibre sempre più fini.
Queste sostanze sono altamente cancerogene, come conferma la monografia IARC. Infatti, le fibre e le polveri di amianto presenti sui luoghi di estrazione e lavorazione hanno provocato l'inquinamento di sedi lavorative e abitative.
L'Avv. Ezio Bonanni, come presidente dell'ONA-Osservatorio Nazionale Amianto, e insieme al suo staff di avvocati offre consulenze legali per tutti coloro che sono esposti al pericolo dell'amianto per ragioni professionali o legate alle condizioni di vita. Assistono anche in caso di necessità di bonifica amianto. Per avere maggiori informazioni occorre chiamare il numero verde o compilare il form.
La flessibilità, i costi modesti di produzione, le proprietà ignifughe e la resistenza alle temperature elevate, alla tensione e al deterioramento hanno decretato il successo dell'amianto.
L'amianto (o asbesto) è stato per molti anni un elemento fondamentale nelle realizzazioni edilizie e logistiche (navi, aerei, automobili, carrozze ferroviarie, etc.). L'amianto cancerogeno è stato utilizzato anche nell'industria siderurgica, meccanica e quella tessile, in circa 3.000 utilizzi e prodotti.
Alla fine degli anni Ottanta, L’Italia era il maggiore produttore europeo di amianto, secondo solo all’Unione Sovietica: sono state lavorate 3.748.550 tonnellate di amianto nel periodo dal 1945 fino al 1992.
Solo con la Legge 257/1992 (Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto) avviene la messa al bando di questo minerale. Tuttavia non si specifica nessun obbligo di bonifica.
L'amianto è a tutt'oggi presente in 40 milioni di tonnellate e la bonifica ha riguardato solo 500.000 tonnellate. Come sottolineato dall'Avv. Bonanni durante numerose conferenze e convegni, sono milioni i micrositi e oltre 50.000 i siti interessati dalla presenza di amianto in Italia. I dati sono raccolti nella sua pubblicazione "Il libro bianco delle morti di amianto in Italia- Ed.2022".
Per agevolare la segnalazione dei siti contaminati da parte dei cittadini l'ONA ha anche creato un'APP Amianto.
La Legge 257/1992 ha imposto il divieto di estrazione, lavorazione e commercializzazione dell'amianto, con l'obiettivo di limitarne l'uso, con una normativa sulla bonifica carente e inefficace. Questa legge è stata accompagnata da decreti e circolari applicative che non hanno però raggiunto lo scopo di gestire l'emergenza amianto e di prevenire l'insorgenza di patologie asbesto correlate.
L'art. 4 della Legge 257/1992 ha previsto l'istituzione della Commissione nazionale amianto presso il Ministero della Salute, incaricata di svolgere attività di ricerca sul trattamento dell’amianto in fase di bonifica e di redigere documenti-guida sulla valutazione, il contenimento e l’eliminazione di materiali contenenti asbesto.
Nonostante ciò, sono ancora 2 miliardi i metri cubi di coperture in Eternit in Italia e 40 milioni di tonnellate di materiali che lo contengono. Ciò vuol dire che è indispensabile una nuova normativa, in particolare quella che prevede anche delle agevolazioni fiscali e un credito d'imposta per coloro che bonifica l'amianto.
Con la L. 271/1993, è stata integrata la normativa in materia di benefici contributivi e prepensionamento in favore dei lavoratori esposti ad amianto. Invece, con il Decreto 20/2009, sono state adottate le normative e le metodiche per la bonifica e per lo smaltimento dell'amianto.
Una svolta sembra giunta con il Ddl 778. Tenendo conto della direttiva 2009/148/CE del Parlamento europeo sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con l’esposizione all’amianto, il Senato ha stabilito che devono essere bonificati i luoghi di lavoro e i locali pubblici.
L’intervento di bonifica deve essere attuato, a prescindere dalla concentrazione in sospensione delle fibre e dal periodo di esposizione dei lavoratori, entro il 1 gennaio 2024. La violazione di tale obbligo è punita con la pena di reclusione non inferiore a un anno.
Inoltre, recentemente, la Corte di giustizia dell'Unione Europea (data ud. 30/03/2023) si è pronunciata stabilendo che l’attività di bonifica, svolta in questo caso dal Comune, non costituisce una prestazione soggetta all’IVA, dato che non è finalizzata a ottenere introiti e non implica alcun pagamento da parte dei residenti, poiché tali operazioni sono state finanziate da fondi pubblici.
Il censimento italiano del Registro Mesoteliomi conta n. 21.463 casi di mesotelioma fino al 2012 e 27.356 casi fino al 2015. I dati aggiornati sono disponibili nel VII Rapporto ReNaM. Sebbene il mesotelioma sia la più grave delle patologie asbesto correlate, non è l'unica.
L'ONA si è occupata di censire, per il 2016, 1.900 casi di mesotelioma che hanno provocato il decesso di circa 1.800 persone. Ma, in considerazione dei decessi per cancro al polmone da amianto (almeno il doppio) e delle altre malattie amianto, la stima sale a circa 6.000 trapassi ogni anno. Il picco delle patologie amianto correlate, molto probabilmente, si verificherà nel 2025.
L'Avv Ezio Bonanni e l'ONA, attraverso la piattaforma ONA Guardia Nazionale Amianto, danno la possibilità di segnalare delle malattie amianto al fine di poter integrare le tabelle INAIL delle malattie professionali e garantire l'indennizzo e la rendita ai lavoratori malati.
Le fibre di amianto inizialmente causano fenomeni fibrogeni, che provocano un processo cancerogeno, con un rischio in misura proporzionale alla durata e intensità dell'esposizione. Tuttavia non vi è una soglia minima sotto la quale il rischio sia nullo. Anche la più breve esposizione può comportare l'insorgere di mesotelioma e patologie amianto correlate, anche dopo anni dall'esposizione stessa.
Altri agenti cancerogeni reagiscono con l'amianto e ne aumentano gli effetti, come il fumo di sigaretta e il benzene, e il tempo di insorgenza può superare anche i 15/20 anni.
L’INAIL ha classificato le patologie da amianto in 3 liste. Per le malattie causate dall’amianto comprese nella Lista I si presume di origine professionale. Quindi è sufficiente la prova della presenza dell‘asbesto nell’ambiente lavorativo per ottenere il riconoscimento delle prestazioni INAIL, senza dover superare alcune valore limite amianto (Cass., Sez. Lav., n. 23653/16).
Nella Lista I sono contemplate le malattie asbesto la cui origine lavorativa è di “elevata probabilità”:
Nella Lista II sono comprese le malattie causate dall’asbesto la cui origine lavorativa è di "limitata probabilità":
Infine la Lista III comprende solo il tumore all’esofago, la cui origine lavorativa è ritenuta "possibile". In questi casi, la vittima asbesto deve dimostrare l'origine professionale della malattia amianto.
Il metodo più efficace per porre fine al rischio di esposizione, malattie e decessi è la bonifica amianto.
Per questa ragione, l'ONA, durante il convegno “Amianto e geotermia. Prevenzione primaria, epidemiologia e tutela”, ha presentato i dati epidemiologici sull’impatto dell’amianto e degli altri agenti cancerogeni tra cittadini e lavoratori, soprattutto della Regione Toscana. Il fine è stato quello di permettere l’elaborazione di strumenti idonei alla prevenzione primaria e alla tutela giuridico-risarcitoria.
Quando ci troviamo di fronte a costruzioni in amianto, ci sono tre strade. L’incapsulamento è una delle tecniche bonifica che consiste nel getto di liquido aggrappante, grazie al quali si evita il rilascio di fibre. Solitamente questa tecnica di bonifica è raccomandata nel caso in cui l’amianto è compatto. Una volta effettuato l’incapsulamento, è necessario programmare una serie di controlli e manutenzioni.
Invece il confinamento consiste nell’isolare completamente l’intero ambiente in cui si trova l’amianto, così da evitare la dispersione di fibre nell’aria. Questa tecnica di bonifica presuppone che si realizzi una barriera a tenuta o una sovracopertura. Perciò è possibile solo se la superficie da coprire non è particolarmente degradata.
Un’altra delle tecniche di bonifica amianto, la sola risolutiva, è lo smaltimento. Essa consiste nel rimuovere i materiali di amianto, così da mettere fine a qualsiasi tipo di rischio. Va però realizzato con ditte specializzate che evitino l’aerodispersione delle fibre e proteggano gli operatori.