Sappiamo tutti cos’è l’acqua. Abbiamo a che fare con questo elemento tutti i giorni, si trova nei nostri corpi e ne costituisce l'elemento preponderante in percentuale. In questi tempi di stravolgimenti climatici ne sentiamo sempre più spesso parlare con urgenza.
L'acqua è infatti essenziale alla vita e la desertificazione, l'inquinamento e il riscaldamento globale mettono a repentaglio le nostre risorse di acqua.
L'Avvocato Ezio Bonanni si occupa di tutela della salute a 360° e, consapevole del binomio inscindibile tra salute e ambiente, si occupa di salvaguardia ambientale. Senza un ambiente sano infatti non è possibile una tutela efficace della salute.
Attraverso l’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, di cui è Presidente, si occupa di lotta all’amianto e ad altri cancerogeni e di prevenzione (primaria, secondaria e terziaria). Nella forma di cemento amianto, anche detto fibrocemento o Eternit, l'asbesto è stato ampiamente utilizzato nel nostro Paese nelle condutture degli acquedotti. Le fibre di amianto provocano danni alla salute anche se ingerite e non solo inalate.
Qual è la definizione di acqua? Si tratta di un composto chimico formato da due atomi di idrogeno legati ad un atomo di ossigeno. La formula chimica è H2O. L’acqua ha un aspetto incolore e insapore a temperature e pressioni normali. Sotto la temperatura di congelamento si presenta nella sua forma solida di ghiaccio. Evaporando forma invece il vapore acqueo, anch’esso inodore e insapore.
L’acqua però è un ottimo solvente quindi si presenta solitamente in una miscela in cui oltre ad ossigeno ed idrogeno sono presenti diverse altre sostanze disciolte nell'acqua e che possono conferirle un odore, un sapore e un colore. In natura l'acqua non si trova mai nella sua forma pura. L'ambiente acquatico ospita anche microrganismi di cui sono di solito povere le acque sotterranee.
Nell'introduzione a questa guida abbiamo già detto che l’acqua è essenziale. Ma perché lo è? L’acqua è tra i principali costituenti degli ecosistemi ed è alla base di tutte le forme di vita conosciute, compreso l’uomo. Si tratta infatti di un costituente essenziale del corpo umano e presente in percentuali molto alte in tutti gli esseri viventi.
Ogni forma di vita sviluppa delle proprie strategie per trattenere acqua e mantenere l’idratazione, senza la quale sopraggiungerebbe la morte. L’origine della vita è legata alla presenza di acqua. Tutte le culture hanno riconosciuto questo ruolo preminente dell’acqua e le hanno attribuito un potente valore simbolico.
Sul pianeta Terra l’acqua copre il 71% della superficie terrestre e costituisce il 60% circa di un corpo umano maschile e circa il 50% di un corpo umano femminile. Tra tutti i componenti del corpo umano è quello presente con la percentuale maggiore.
L’acqua si trova in elevate percentuali nelle cellule e agisce come solvente per tutte le biomolecole (come carboidrati, proteine, vitamine idrosolubili ecc.), dando loro la possibilità di reagire tra di loro nelle varie reazioni biochimiche.
L'acqua partecipa attivamente in diverse reazioni metaboliche come reagente, soprattutto in quelle di idrolisi. Insieme all’anidride carbonica è uno dei principali reagenti della fotosintesi clorofilliana e il prodotto conclusivo del processo di respirazione cellulare.
Nell’uomo l’acqua inoltre svolge una funzione determinante nella regolazione della temperatura corporea (tramite la sudorazione) e della concentrazione dei sali minerali. Partecipa inoltre alla digestione, favorendo il transito intestinale e l’assorbimento delle sostanze nutritive.
Nelle piante è il componente principale della linfa, che ha la funzione di trasportare i principi nutritivi in tutti i tessuti, e dei vacuoli, che regolano la pressione osmotica.
Nella nostra galassia l’acqua è presente in minime quantità, allo stato liquido. Essa è un sottoprodotto della formazione delle stelle. Gli astronomi definiscono aree abitabili i pianeti, come il nostro, in cui l’acqua riesce a rimanere allo stato liquido, favorendo la vita. Se la Terra fosse stata solo il 5% più vicina o più lontana dal Sole questo non sarebbe stato possibile.
La nozione di abitabilità planetaria è legata alle caratteristiche della stella che ospita il sistema planetario. Le stelle delle aree abitabili sono non troppo calde né troppo fredde. Esse stanno inoltre nella sequenza principale sufficientemente a lungo perché la vita abbia possibilità di comparire ed evolvere in forme complesse. Questo tipo di stelle costituisce probabilmente dal 5 al 10% delle stelle della nostra galassia.
Perché possa ospitare condizioni favorevoli alla presenza di acqua liquida in superficie, un pianeta deve possedere una gravità superficiale in grado di trattenere un cospicuo involucro atmosferico. La gravità non deve essere troppo grande (in quanto potrebbe mantenere allo stato solido l’acqua anche ad elevate temperature), ma neanche troppo piccola (in quanto tratterrebbe solamente una tenue atmosfera, causando eccessive escursioni termiche e favorendo l’accumulo di acqua solamente nelle regioni polari). La presenza poi di vapore acqueo e diossido di carbonio nell’atmosfera causa un effetto serra che consente di mantenere stabile la temperatura superficiale.
Secondo l’ipotesi Gaia le stesse forme di vita contribuirebbero a mantenere le condizioni favorevoli alla propria esistenza. Questo grazie ad una serie di processi dinamici che regolerebbero la temperatura del pianeta.
Come già detto, nell'acqua in natura si trova, oltre a vari minerali e altre sostanze disciolte, anche una componente di microrganismi, sia autotrofi sia eterotrofi (batteri, alghe, funghi e protozoi).
L’inquinamento di origine antropica, soprattutto quello derivante dallo scarico di reflui organici di origine civile, può introdurre nei corpi idrici microrganismi non tipici dell’ecosistema acquatico. Tra questi vi possono essere anche batteri patogeni dei generi Salmonella, Shigella, Vibrio, Clostridium, Pseudomonas, Campylobacter, Mycobacterium, Legionella, oltre a protozoi, elminti e virus di origine enterica.
La presenza di questi patogeni può essere pericolosa soprattutto per quelle acque che sono utilizzate dall’uomo per scopi potabili o ricreativi.
A seconda della loro provenienza, le acque naturali si classificano in:
Le acque meteoriche contengono gas normalmente presenti nell’atmosfera (principalmente N2, O2 e CO2). A questi si aggiungono quelli localmente presenti per via di attività industriali o di centri abitati (SO2, SO3, ossidi di azoto, CO) e quelli che provengono dalla decomposizione di sostanze organiche naturali (H2S, NH3). L’acqua meteorica può reagire con tali sostanze.
Le acque sotterranee, alimentate dall’infiltrazione delle acque meteoriche, da cui il terreno filtra le sostanze in sospensione, sono acque minerali. A volte le acque sotterranee fuoriescono spontaneamente diventando acque sorgive (notevolmente pregiate per l’uso potabile per la mancanza di organismi patogeni, ma spesso la qualità viene minacciata da erbicidi e pesticidi, che sono estremamente dannosi per la salute).
Le acque sotterranee, ossidando le sostanze organiche presenti nel suolo, si arricchiscono di anidride carbonica, facilitando la dissoluzione di rocce calcaree e formando grotte, stalattiti e stalagmiti.
Le acque superficiali hanno composizione estremamente variabile a seconda delle condizioni climatiche ed ambientali.
Si possono classificare in acque dolci (3%, per circa i 3⁄4 allo stato liquido) e salate. Il mar Mediterraneo contiene circa il 3,5% di sali (77,7% cloruro di sodio, 11% cloruro di magnesio ed il restante diviso tra solfati di magnesio, calcio, potassio, carbonato di calcio e bromuro di magnesio).
L’acqua compie un ciclo continuo, conosciuto come il ciclo dell’acqua o ciclo idrologico. Consiste in un continuo scambio di acqua nell’idrosfera tra atmosfera, suolo, acque di superficie, acque profonde e gli esseri viventi.
Grazie all’evaporazione delle acque superficiali per effetto dell’irraggiamento solare ed alla traspirazione delle piante si formano le nubi negli strati più freddi dell’atmosfera. Queste vengono trasportate dai venti ed al variare di temperatura e/o pressione, ritornano al suolo sotto forma di acque meteoriche, arricchendo ulteriormente le acque superficiali ed in parte (filtrando nel terreno) quelle sotterranee.
Il ciclo dell’acqua genera un totale di acqua dolce rinnovabile pari a circa 110 300 km3/anno. Di questi sono 12 500 km3/anno che possono essere utilizzati dall’uomo.
L’acqua dolce rappresenta solo il 2,5% del volume totale presente sulla Terra e per più dei 2⁄3 si trova in pochi ghiacciai, in particolare nell’Antartide e in Groenlandia. Essi rappresentano quindi la principale riserva di acqua dolce nel nostro pianeta.
La fusione dei ghiacciai a causa dell’effetto serra e del conseguente riscaldamento globale e aumento delle temperature, causa l’innalzamento del livello dei mari ma anche la scomparsa di questa riserva. Durante la fusione dei ghiacci, infatti, l’acqua dolce si mescola a quella salata del mare, divenendo inutilizzabile dall’uomo.
Un ulteriore 30% di acqua dolce si trova in riserve sotterranee e solo meno dell’1% dell’acqua dolce si trova in laghi, fiumi o bacini ed è quindi facilmente accessibile.
L’acqua è un elemento fondamentale in metereologia. L’abbondanza o meno di formazione di nubi e conseguenti precipitazioni nelle varie aree geografiche ne stabilisce il clima, da estremi di aridità fino alle foreste tropicali, e di conseguenza la biodiversità e le risorse.
Il cambiamento climatico mette quindi a repentaglio le nostre risorse idriche essenziali per la vita sulla Terra. Stravolge infatti il ciclo dell’acqua aumentandone l’evaporazione e diminuendo ulteriormente le nostre risorse di acqua potabile.
Le nostre riserve di acqua potabile non sono messe a repentaglio solo dallo scioglimento dei ghiacciai e dal riscaldamento globale ma anche dall’inquinamento idrico. L’inquinamento atmosferico e l’inquinamento del suolo influiscono infatti sulla qualità delle acquee meteoriche, di superficie e di falda. Attraverso la pioggia e il dilavamento infatti gli agenti inquinanti vengono disciolti nell’acqua e raggiungono le falde acquifere, oltre che fiumi, laghi e mari.
L’inquinamento marino è soggetto soprattutto all’inquinamento causato dalle enormi quantità di plastica che riversiamo nei nostri mari. Nonostante la capacità di solvente del mare la quantità di plastica è troppa perché esso sia in grado di degradarla. Oltre alle isole di plastica ci sono le microplastiche. Minuscole particelle di plastica che ospitano numerosi agenti patogeni e che invadono ogni angolo del pianeta, dai ghiacciai della Groenlandia e quelli del Tibet.
La desertificazione è un fenomeno connesso al riscaldamento globale e all'aumento delle temperature. Con il cambiamento dei cicli dell'acqua e dei venti si assiste ad una penuria di precipitazioni e all'aumento contemporaneo di eventi estremi come alluvioni e nubifragi.
La deforestazione, ovvero l'abbattimento massivo di alberi, incrementa l'effetto serra e quindi il riscaldamento globale. Essa innesca inoltre fenomeni di desertificazione in un circolo vizioso deleterio.
Per garantire la salute dell'acqua e per garantire le risorse idriche sono necessarie politiche congiunte a livello globale che agiscano su inquinamento idrico, effetto serra e deforestazione. Alcuni passi sono stati fatti ma l'impegno deve essere molto più incisivo e coinvolgere tutti i paesi del mondo.
Un altro problema connesso con il degrado ambientale e con la salute è quello dell’amianto che, come già accennato, coinvolge anche le risorse idriche potabili.
Prima della messa al bando dell’asbesto infatti, nel 1992, l’amianto e in particolare il cemento-amianto o Eternit, è stato ampiamente utilizzato nelle tubature degli acquedotti. Numerosi acquedotti nel nostro Paese presentano ancora tubature in cemento amianto. Denuncia questa situazione l'Avv. Bonanni in "Il libro bianco delle morti di amianto in Italia - Ed.2022".
Le fibre di asbesto causano mesoteliomi, cancro del colon retto, di stomaco, esofago e gola e altre patologie amianto correlate. In tutte queste patologie l'eziologia legata alle fibre di amianto è confermata dalle monografie dello IARC.
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