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Published: Agosto 9, 2022

Ferrotranviere morto di amianto: Inail risarcirà la vedova  

Il Tribunale di Velletri ha condannato l’Inail a risarcire la vedova di un ferrotranviere morto di mesotelioma pleurico. A causarlo fu l’esposizione alle fibre di amianto.

Ferrotranviere una vittima di amianto. Giustizia è fatta 

Ferrotranviere. La vedova di Maurizio Di Meo, macchinista delle Ferrovie dello Stato di Colleferro (Roma), sarà finalmente risarcita.

A stabilirlo, il Tribunale di Velletri, con sentenza n. 839/2022 pubbl. il 19/07/2022 RG n. 4439/2020. 

La dott.ssa Raffaella Falcione, quale Giudice del lavoro, ha stabilito infatti che Di Meo era affetto da “mesotelioma pleurico metastatizzato”, di origine professionale (quanto meno come concausa), e che la predetta patologia è stata causa del decesso del medesimo.

Di conseguenza, l’Inail dovrà corrispondere alla vedova circa 80 mila euro di arretrati e un vitalizio di circa 1600 euro al mese, in base all’art. 85 del T.U. 1124/1965, oltre interessi legali, dalla data di maturazione del diritto al saldo.

L’uomo era deceduto il 01/01/2018 (a soli 60 anni) per un mesotelioma pleurico causato dall’esposizione alle fibre di amianto, con cui era coibentato il reostato che collegava i 13 motori del locomotore. Il ferrotranviere lavorava alle dipendenze delle FF.SS. dal 1.08.1985 e la malattia era stata diagnosticata nell’aprile 2017.

Nonostante le evidenze, Inail innalza un muro di gomma

A seguito della morte dell’uomo, la vedova, Maria Manciocco, aveva avanzato un richiesta di risarcimento all’Inail. Nello specifico, chiedeva la “condanna dell’Istituto al pagamento dell’indennizzo diretto con rendita a superstiti con le prestazioni aggiuntive del Fondo Vittime dell’Amianto e assegno funerario". In aggiunta richiedeva, "l’accertamento della esposizione qualificata ad amianto ai fini della percezione delle prestazioni pensionistiche INPS di cui alla L. 257/1992”.

L’Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, aveva tuttavia respinto la domanda, nonostante il mesotelioma sia una malattia inserita nelle apposite tabelle.

Tabelle che, secondo i giudici, rappresentano: «la cristallizzazione di giudizi scientifici specifici sull’esistenza del nesso di causalità».

Motivo del rigetto? 

L’INAIL, dopo essersi costituita in giudizio, aveva chiesto, in via pregiudiziale, "l’accertarsi e dichiararsi il difetto di legittimazione attiva della ricorrente per la mancata prova del requisito della coniugio con il lavoratore”.

ONA assiste la moglie del ferrotranviere 

Per ottenere giustizia, la donna si è dovuta appellare all’Osservatorio Nazionale Amianto e al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni. 

Dopo aver depositato sia il certificato di matrimonio sia il certificato dello stato di famiglia storico, che a parere del giudicante rappresentavano solo “una mera eccezione di stile”, si è definita la legittimità della pretesa. 

«Un’altra vittoria nella lotta all’amianto - dichiara Bonanni - mi dispiace soltanto che ancora, per questioni ormai assodate, si debba adire il Tribunale con lungaggini che potrebbero essere assolutamente evitate. Si tratta di una sofferenza ulteriore per le famiglie delle vittime che già hanno perso un familiare a causa di una malattia contratta sul posto di lavoro».

Amianto nel settore ferroviario. Perchè si usava?

Il settore ferroviario ha utilizzato a lungo l’amianto, principalmente per la sua resistenza alle alte temperature. Era una componente comune di vagoni ferroviari, binari, strutture e attrezzature. Era altresì presente nelle officine di riparazione, negli edifici delle stazioni, nelle cassette di segnalazione, nei depositi, negli uffici e altrove. 

Di conseguenza, i lavoratori che si occupavano della mesa in posa dei binari ferroviari, riparavano strutture o attrezzature ferroviarie e viaggiavano su locomotive erano continuamente esposti alle sue fibre.

Alcuni spruzzavano amianto direttamente sui rivestimenti, mentre altri lo rimuovevano con forza e lo rompevano quando venivano fatte le riparazioni.

Materiali a rischio per un ferrotranviere come Di Meo

A seguire, una lista di alcune dei materiali contenenti la fibra killer:

All’interno delle vetture, compresi treni merci e treni passeggeri, l’amianto si utilizzava in caldaie, sale macchine, quadri elettrici e altri componenti rivolti ad alte temperature. Purtroppo, molte migliaia di lavoratori del settore ferroviario, apprendisti e equipaggi dei treni sono stati esposti all'amianto mentre svolgevano il loro lavoro quotidiano. Non avevano idea del potenziale pericolo in cui si stavano mettendo. Anche i viaggiatori potrebbero essere stati esposti al pericoloso patogeno.

ONA tutela il diritto alla vita e alla salute 

Nonostante in Italia l'amianto sia stato messo al bando con legge 257 del 1992, il pericolo incombe ancora, dal momento che non è stato del tutto smaltito e i vecchi prodotti potrebbero ancora rappresentare un rischio di esposizione. 

Poiché i materiali affrontano usura, danni e invecchiamento, le fibre di amianto possono infatti disperdersi nell'aria. 

Per tali motivi, il lavoro ferroviario è considerato un'occupazione di amianto ad alto rischio.

L’Osservatorio Nazionale Amianto, presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni, si batte per la salute delle vittime di amianto e dei loro familiari.

L’associazione offre assistenza legale e ha anche realizzato una App per la segnalazione dei siti contaminati.

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