L'esposizione ai minerali di amianto causa gravi malattie che sono chiamate patologie asbesto correlate. In questa guida scopriamo quali sono le malattie amianto correlate e come richiedere l’assistenza legale per coloro che hanno contratto una di queste patologie. Esse infatti diritto ad una serie di benefici previsti dalla legge e al risarcimento integrale dei danni subiti.
Lo studio legale dell'Avvocato Ezio Bonanni si occupa da decenni dei diritti degli esposti a sostanze cancerogene, tra cui l'amianto. L'Avvocato Ezio Bonanni è Presidente dell'ONA - Osservatorio Nazionale Amianto in prima linea in Italia nella lotta all'amianto. Oltre che di assistenza legale e di prevenzione terziaria si occupa di prevenzione primaria, per la bonifica degli ambienti contaminati, e di prevenzione secondaria, per la sorveglianza sanitaria degli esposti. Attraverso quest'uyltima infatti è possibile diagnosticare precocemente le malattie amianto per una terapia tempestiva.
Con il termine amianto (e con il suo sinonimo asbesto) si indica un gruppo di minerali con caratteristiche comuni. I minerali asbestiformi hanno infatti la capacità di suddividersi in fibre via via più sottili chiamate fibrille. Esse possono raggiungere dimensioni microscopiche che favoriscono la dispersione nell’ambiente e possono essere facilmente inalate o ingerite.
Una volta inalate o ingerite provocano gravi infiammazioni (asbestosi, placche ed ispessimenti pleurici). che possono in seguito evolvere in neoplasia. Le neoplasie causate dall’esposizione all’amianto colpiscono in particolare le vie respiratorie e il tratto gastrointestinale, ma non solo. Possono coinvolgere infatti anche altri organi come per esempio i testicoli e le ovaie.
Nel passato e, purtroppo, ancora nel presente, le esposizioni alle fibre di amianto proseguono e anno dopo anno si accumulano i decessi.
L’amianto, se integro, non rilascia fibre nell’ambiente. Quando i materiali di amianto si sfaldano, in seguito ad usura o traumi meccanici, permettono invece alle fibre killer di disperdersi nell’ambiente. Il legislatore ha valutato la pericolosità dell’amianto in base al fattore di friabilità. La legge distingue infatti tra amianto friabile (sfaldabile con il solo uso delle dita) e amianto compatto (sfaldabile inseguito a usura o danni meccanici).
Entrambe le forme di amianto sono pericolose per la salute umana. Basta infatti una rottura anche impercettibile nella matrice compatta dei materiali di amianto perché le fibre killer possano disperdersi nell’ambiente.
La bonifica (incapsulamento, confinamento e smaltimento) sono l'unica possibilità a disposizione per evitare ulteriori esposizioni e vincere definitivamente la battaglia alle malattie asbesto correlate. Queste tesi, avanzate per la prima volta dall’ONA e dall’Avv. Ezio Bonanni a partire dal 2008, hanno trovato autorevole riscontro nella revisione del Consensus Report di Helsinki del 2014.
Approfondisci su: Rischio amianto in Italia, diritti negati alle vittime
L’unica possibilità per evitare con certezza i danni dell’esposizione alle fibre di amianto è quella di evitare l’esposizione tout court, attraverso la bonifica dei siti contaminati.
L'ONA e l’avvocato Ezio Bonanni sostengono da anni che non esiste una soglia di sicurezza per esposizione ad asbesto. Anche dosi poco elevate di fibre possono essere sufficienti a provocare il mesotelioma e altre patologie asbesto-correlate. Esiste infatti un’alta incidenza di tumori causati dall’amianto anche in caso di esposizioni a basse dosi di fibre (IPCS INCHEM).
L’amianto è ancora presente in Italia in tonnellate, negli edifici privati e pubblici, tra cui le scuole (approfondisci sulle puntate di ONA TV: Amianto nelle scuole, un pericolo ancora presente e Amianto, emergenza ambientale e sanitaria e diritti negati.
Le fibre di amianto, come dicevamo più su, una volta inalate o ingerite, provocano infiammazione. In questo caso, si manifestano:
L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) afferma: “There is sufficient evidence in humans for the carcinogenicity of all forms of asbestos […]. Asbestos causes mesothelioma and cancer of the lung, larynx and ovary. Also positive associations have been observed between exposure to all forms of asbestos and cancer of the pharynx, stomach, and colorectum” (Volume 100C –IARC, Monographs).
L’INAIL, Istituto Nazionale Infortuni sul Lavoro, ha stilato 3 liste in cui sono comprese tutte le malattie professionali correlate all’esposizione ad amianto.
Alcune di queste malattie amianto sono considerate di origine professionale, per presunzione: sono quelle della lista I dell’INAIL. C.d. di elevata probabilità. Altre invece non sono assistite dalla presunzione legale di origine, tra le quali quelle della lista II. In questi casi, l’origine lavorativa è ritenuta di limitata probabilità. Infine, c’è il tumore dell’esofago, che è inserito nella lista III, per cui l’origine professionale è possibile.
L’asbestosi è una pneumoconiosi che esordisce in modo insidioso. Di solito dopo 15 o 20 anni dall’inizio dell’esposizione a grandi dosi di asbesto.
L’asbestosi provoca difficoltà respiratoria che in principio si manifesta solo in seguito agli sforzi. Poi anche a riposo. Tra i sintomi più comuni ci sono tosse cronica poco produttiva e resistente alla terapia. L’asbestosi malattia professionale è indennizzata dall’INAIL (Istituto Nazionale Assistenza Infortuni sul Lavoro). Viene considerata di origine professionale perché causata da esposizioni assai elevate a polveri e fibre di asbesto ed è inserita nella lista I dell'INAIL.
Le placche pleuriche sono infiammazioni della pleura. La pleura è la membrana sottile che avvolge i polmoni. Essa è formata da due foglietti: pleura viscerale (legata ai polmoni) e pleura parietale (legata alla gabbia toracica).
Entrambe hanno uno strato di cellule piatte ed estese chiamate mesotelio ed uno strato di fasci di collagene. La pleura può essere colpita da processi infiammatori, da pneumotorace e da processi fibrosi, come le placche pleuriche calcifiche e gli ispessimenti pleurici, e da successive neoplasie come il mesotelioma pleurico. Le placche pleuriche e gli ispessimenti pleurici sono malattie inserite nella Lista I dell'INAIL.
Le fibre di amianto ledono anche il sistema cardiorespiratorio. Le malattie cardiache possono insorgere come complicanza dell’asbestosi. Quando la cardiopatia è causata da asbestosi l'INAIL può rilasciare l’indennizzo.
Le fibre di amianto sono responsabili di una delle neoplasie più pericolose in assoluto. Il mesotelioma ha spesso esito infausto, anche se i recenti protocolli di trattamento multimodale possono garantire una migliore qualità della vita durante la sopravvivenza del paziente e rare guarigioni.
La tempestività della diagnosi risulta fondamentale. Il mesotelioma colpisce i mesoteli, ovvero le membrane a cellule estese che rivestono alcuni organi del nostro corpo. A seconda del mesotelio ci sono diversi tipi di mesotelioma. Come l’asbestosi, è una malattia asbesto-correlata che trova la sua unica origine nell’esposizione all’amianto. Per essere indennizzata dall’INAIL è sufficiente dimostrare che sussiste la presenza di amianto nei luoghi di lavoro (Lista I dell'INAIL). L’INAIL ne considera infatti l’insorgenza sempre causata da esposizione lavorativa.
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Tra tutti i mesoteliomi, il mesotelioma pleurico è il più comune. Rappresenta l’80% dei mesoteliomi. Esso colpisce la pleura che avvolge i polmoni. Tra i sintomi del mesotelioma pleurico c'è il versamento pleurico e la pleurite. Quando le fibre inalate giungono alla pleura avviano l’infiammazione che in seguito causa il cancro del mesotelio della pleura. Le vittime di mesotelioma della pleura hanno diritto all’indennizzo INAIL. Il mesotelioma pleurico è inserito nella lista I dell’INAIL.
Le fibre asbestiformi provocano anche il cancro del pericardio. Il mesotelioma pericardico è un tumore del cuore che si sviluppa nella sierosa che avvolge l’organo e che si collega al diaframma. Come tutti i mesoteliomi anche il mesotelioma del pericardio è indennizzabile dall’INAIL e inserito nella lista I delle malattie causate da asbesto.
Il peritoneo è la membrana che avvolge lo stomaco. Insieme al mesotelioma pericardico e a quello della tunica vaginale del testicolo il mesotelioma peritoneale è uno dei mesoteliomi più rari. Anche questo è una malattia asbesto-correlata che può essere indennizzata dall’INAIL.
Le fibre di asbesto, attraverso il flusso sanguigno e il sistema linfatico, giungono fino all’apparato genitale. In particolare, quando raggiungono quello maschile possono causare il mesotelioma della tunica vaginale del testicolo. La tunica vaginale del testicolo è la membrana che avvolge i testicoli. Come gli altri mesoteliomi è inserito nella Lista I dell'INAIL.
Il tumore al polmone è una neoplasia che colpisce il polmone. Ne esistono di due tipi: adenocarcinoma e microcitoma. Il cancro del polmone causato dall’esposizione all’asbesto non sempre si manifesta in seguito ad asbestosi, essendo possibile anche a basse soglie di esposizione.
Il rischio e l’abbattimento dei tempi di latenza sono comunque proporzionali all’entità dell’esposizione, per intensità e durata. L’amianto agisce in sinergia e potenzia gli effetti del fumo di tabacco e di altri cancerogeni.
Recentemente il Report del Global Burden of Disease Cancer Collaboration, pubblicato su Jama Oncology dimostra la più alta incidenza del tumore del polmone in seguito a diverse condizioni di rischio. Infatti è aumentato il numero di casi del tumore del polmone del 33%, nel periodo dal 2005 al 2015, ma le abitudini tabagiche sono diminuite.
Anche il tumore del polmone è inserito nella lista I dell’INAIL con le altre malattie asbesto-correlate che sono con alta probabilità causate da esposizione professionale all’amianto.
Il cancro della laringe è un cancro della gola che colpisce l’organo della laringe. Oltre all’esposizione a polveri e fibre di amianto, può essere causato dall’uso di tabacco, abuso di alcol, infezioni da HPV, dieta povera di ortaggi e frutta ed altri agenti cancerogeni di natura occupazionale e ambientale. Colpisce soprattutto i maschi adulti sopra i 55 anni. Esso è inserito nella lista I dell’INAIL, tra le patologie che hanno una elevata probabilità di insorgenza per causa professionale.
Il cancro delle ovaie è una neoplasia che colpisce l’apparato riproduttivo femminile ed in particolare le ovaie. Le cause del cancro alle ovaie possono essere molteplici. Tra queste figura l’esposizione a polveri e fibre di amianto e ad altri agenti tossici, patogeni e cancerogeni,. Ci sono poi cause genetiche o legate allo stile di vita come obesità, fumo, assenza di esercizio fisico e dieta povera di ortaggi. Anche il cancro delle ovaie è inserito nella lista I dell’INAIL.
Il tumore alla faringe è una neoplasia che si sviluppa nella gola ed in particolare colpisce l’organo della faringe. Il mondo scientifico non concorda sulla sua eziologia legata all’esposizione a fibre di amianto. Secondo l’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto ed il suo pool di medici, anche il tumore della faringe, così come tutti gli altri tumori della gola, può essere causato dall’amianto, in un ruolo quantomeno concausale. Il tumore della faringe è inserito nella lista II dell’INAIL tra le amianto malattie correlate che hanno una limitata probabilità di insorgenza per ragioni professionali.
Il tumore dello stomaco è un adenocarcinoma gastrico che colpisce le cellule del rivestimento interno della muscosa dello stomaco. Anche questa forma di neoplasia può essere indennizzata dall’INAIL. Essa è inserita nella lista II dell’INAIL, ossia tra le patologie asbesto-correlate che hanno una limitata probabilità di insorgenza professionale.
Il tumore del colon retto è una patologia asbesto-correlata che può essere indennizzata dall’INAIL e soggetta a maggiorazioni contributive INPS. LAvv. Ezio Bonanni ed ONA si sono battuti affinché anche questa forma di neoplasia fosse indennizzata in quanto patologia amianto-correlata. E sono state diverse le sentenze di condanna dell’INAIL. Al momento è inserita nella lista II dell’INAIL.
Il tumore dell’esofago è il nono tumore più frequente al mondo. Colpisce soprattutto gli uomini al di sopra dei 60 anni. L’esposizione alle fibre di amianto è tra i fattori di rischio per questo tipo di tumore. L’INAIL inserisce questo tipo di tumore nella lista III, ossia tra le malattie da amianto che hanno una possibile causa nell’esposizione.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) gli esposti ad asbesto a livello mondiale sarebbero più di 125 milioni lavoratori. Secondo le stime più recenti, pubblicate nella relazione 'Asbestos' (27 settembre 2024), ogni anno perdono la vita più di 200.000 lavoratori per esposizione professionale ad asbesto. In queste stime sono considerate solo le morti per mesotelioma, tumore del polmone e asbestosi. Secondo le stime dell’ONA, solo in Italia, nel 2019, si sono verificati 6000 decessi per malattie amianto.
Secondo l’ONA i numeri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sarebbero sottostimati. Per un censimento accurato dei numeri delle patologie asbesto correlate in Italia, l’ONA ha avviato il censimento attraverso il registro ONA REPAC (Registro Patologie Amianto Correlate). Attraverso il portale tutti i cittadini possono segnalare i casi di malattie causate dall’amianto.
Attraverso l’aggiornamento costante dei dati epidemiologici e la mappatura della presenza dell’asbesto nei luoghi di vita e di lavoro è possibile l’integrazione e l’aggiornamento delle attuali tabelle INAIL delle malattie professionali.
Il tumore della laringe e delle ovaie, per esempio, sono malattie amianto correlate inserite solo nel 2014 nella Lista I dell’INAIL, proprio grazie al costante aggiornamento e all’integrazione dei casi di malattie professionali.
L’Istituto Superiore di Sanità, al fine di ottemperare alle richieste emerse durante il Tavolo inter-istituzionale del Nucleo Tecnico Amianto-Gruppo Salute e di indirizzare le attività di supporto alle vittime dell’amianto, ha stimato che, fino al 2017, ci sono stati circa 231.000 decessi l’anno nel mondo dovuti a malattie asbesto correlate.
In particolare, per mesotelioma, in Italia, dal 2010 al 2016, si contano 7.660 uomini e 2.947 donne deceduti. Invece, per asbestosi, sono 361 le vittime uomini e 44 le donne. Infine è stimato che 11% dei tumori polmonari che colpiscono gli uomini è attribuibile all’esposizione ad amianto (2.718 decessi l’anno), mentre 1,2 % nelle donne (112 decessi l’anno). A queste patologie si aggiunge anche il tumore ovarico, di cui circa lo 0,5% è attribuibile ad asbesto (circa 96 decessi nel periodo tra il 2010 e il 2015).
Questi dati che emergono a distanza di 17-25 anni dalla messa al bando dell'amianto evidenziano la necessità di celeri interventi di prevenzione e assistenza.
Le malattie asbesto-correlate sono in continuo aumento. Per questo motivo è necessario evitare ogni forma di esposizione attraverso la prevenzione primaria.
La prevenzione secondaria entra in campo quando la prevenzione primaria fallisce e avvengono le esposizioni. Il Consensus Report di Helsinki raccomanda la sorveglianza sanitaria degli esposti ad amianto e un'anamnesi orientata alla storia lavorativa. La prevenzione secondaria permette di diagnosticare le malattie amianto precocemente e fa a differenza tra la vita e la morte.
Un ulteriore profilo, è quello della prevenzione terziaria, che corrisponde anche alla tutela risarcitoria in caso di omessa sorveglianza sanitaria oltre che di esposizione. Rivolgendosi allo studio legale dell'Avvocato Ezio Bonanni, grazie al supporto della medicina legale ONA, è possibile avere la certificazione per avviare la procedura legale INAIL e di risarcimento danni.
L’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA, è stato il pioniere, in Italia, della difesa dei lavoratori e dei cittadini esposti all’amianto. Con un lavoro decennale, coadiuvato da un pool di avvocati professionisti, ha contribuito a creare l’enorme giurisprudenza al momento presente.
Tra i diritti degli esposti ad amianto che abbiano contratto una patologia asbesto correlata ci sono il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali e il prepensionamento amianto, l’accesso al Fondo Vittime Amianto, indennizzo INAIL o rendita, lo status di vittima del dovere e/o causa di servizio (a seconda dell’impiego lavorativo che ha causato l’esposizione). Qui di seguito li vediamo tutti.
L’ Art. 13 del D. Lgs. 38/2000 prevede diverse tipologie di indennizzo Inail in base alla percentuale di invalidità riconosciuta la malattia professionale in questione:
Questo inerisce gli eventi successivi al 25 luglio 2000, in quanto con la disciplina previgente l’Inail erogava la rendita vitalizia per le menomazioni con inabilità permanente con grado compreso tra l’11 e il 100%.
A tali prestazioni, si aggiungono i cd. “benefici contributivi“:
Vige poi il sistema di reversibilità Inail, in ordine al quale tali prestazioni, in caso di decesso del lavoratore, sono reversibili al coniuge superstite, ai figli e ad altri familiari.
L’art. 1 co. 241-246 L. 244/2007 ha istituito il Fondo per le vittime dell’amianto. Esso è interamente gestito dall’Inail, che eroga d’ufficio una prestazione aggiuntiva, non soggetta a tassazione Irpef, a coloro i quali siano titolari di rendita Inail. Quindi, i destinatari sono i soggetti che presentino un’invalidità per patologia asbesto-correlata di grado superiore al 16% e riconducibile ad una delle malattie di cui alle Tabelle Inail.
Secondo la Finanziaria 2021, attraverso il Fondo Vittime amianto, l’INAIL eroga una prestazione aggiuntiva nella misura percentuale del 15% della rendita in godimento. Essa verrà erogata unitamente al rateo di rendita corrisposto mensilmente. È inoltre cumulabile con le altre prestazioni spettanti a qualsiasi titolo sulla base delle norme generali e speciali dell’ordinamento.I destinatari del contributo aggiuntivo, pertanto, sono:
Inoltre la Circolare INAIL n. 25 del 27 settembre 2021 prevede anche, per i malati di mesotelioma, che abbiano contratto la patologia per esposizione familiare o nella lavorazione dell’amianto, una prestazione di importo fisso pari a 10.000 euro. Essa verrà corrisposta in un’unica soluzione su istanza dell’interessato o degli eredi in caso di decesso.
Nel settore pubblico non privatizzato, il riconoscimento della malattia professionale e dei relativi benefici si articola tramite il sistema di riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere.
In particolare, i benefici derivati dal riconoscimento della Causa di servizio sono:
Mentre la causa di servizio inerisce ai lavoratori pubblici, lo status di vittima del dovere è riconosciuto solo a soggetti particolari, appartenenti al comparto dell’ordine e della sicurezza pubblica. Questo purchè nell’attività di servizio, quindi anche missioni internazionali, abbiano riportato lesioni dalle quali siano direttamente scaturiti decesso o invalidità permanenti,ai sensi dell’art. 1 co. 563 L. 266/2005.
Inoltre, i soggetti che abbiano prestato il proprio dovere o la propria attività in condizioni ambientali o operative particolari sono equiparati alle vittime del dovere. Si tratta di tutti coloro che in ragione della propria funzione siano stati esposti, ad esempio, ad amianto, a radiazioni o particelle di uranio impoverito (in particolare, per l’utilizzo dei proiettili) o anche a vaccini contaminati.
I benefici spettanti alle vittime del dovere e ai soggetti equiparati sono:
In caso di decesso della vittima del dovere, ai superstiti che abbiano diritto alla reversibilità, spettano anche due annualità del medesimo trattamento. Queste sono comprensive anche della 13^ mensilità, ma soggiacciono alla condizione che l’invalidità fosse superiore al 25%.
I lavoratori vittime di esposizione professionale ad asbesto e i loro familiari in caso di decesso, hanno sempre diritto anche al risarcimento integrale di tutti i danni dell’amianto subiti. Qualora sia occorsa la morte del lavoratore, il diritto vale sia per i danni sofferti direttamente dalla vittima (iure hereditatis), sia per i danni sofferti dagli eredi per la perdita del loro congiunto (iure proprio).
I pregiudizi causati dall’esposizione ad amianto asbesto provocano danni patrimoniali e danni non patrimoniali. In particolare, possono essere oggetto di risarcimento:
Posto il principio di integrale risarcibilità del danno, la relativa domanda va rivolta al datore di lavoro, che risponde ex art. 2087 c.c.. Infatti, l’Inail, così come gli altri enti assicuratori, liquidano meramente un indennizzo avente natura assistenziale. L’onere di liquidare le ulteriori somme dovute, salvo lo scomputo per poste omegenee dell’indennizzo, residua in capo al datore di lavoro.
Così, in caso di decesso, le somme spettanti al lavoratore, devono essere liquidate in favore dei suoi familiari,eredi, legittimi o testamentari.
Essi hanno, infatti, diritto al risarcimento dei danni differenziali subiti dalla vittima, ossia la differenza di quanto erogato dall’Inail a titolo di indennizzo per il danno biologico e il danno patrimoniale scaturito dalla diminuzione della capacità lavorativa. A ciò si aggiungono anche i danni morali ed esistenziali.