La normativa amianto è molto complessa e stratificata nel tempo e non è semplice poter discernere qual è in concreto la disposizione applicabile. Specialmente nel settore previdenziale e pensionistico si sono susseguiti diversi interventi legislativi restrittivi per limitare il numero dei beneficiari delle maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto.
Lo studio legale dell'Avv. Ezio Bonanni ha una ventennale esperienza in materia di amianto. Purtroppo, nonostante la messa al bando con la Legge 257/92, materiali contenenti asbesto sono ancora presenti sul territorio nazionale e continuano a mietere vittime. Approfondisce l'argomento "Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2021".
Per evitare qualsiasi danno alla salute è importante non esporsi a rischio amianto. I cittadini possono segnalare la presenza di siti contaminati attraverso l'App Amianto. Questo gesto contribuisce a compiere una mappatura completa sul territorio e incentivare le bonifiche dei siti contaminati.
L'Avv. Ezio Bonanni, anche in qualità di presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, offre consulenze legali in materia di legislazione e normativa amianto. Contatta lo studio legale chiamando il numero verde oppure tramite il form sottostante.
L'amianto, detto anche asbesto, corrisponde a un gruppo di minerali di struttura fibrosa, che hanno quindi la capacità di suddivisione longitudinale in fibre lunghe e flessibili più piccole. Questo materiale, grazie alle sue proprietà fonoassorbenti e termoisolanti e alla sua economicità, è stato largamente utilizzato in passato in innumerevoli applicazioni industriali ed edilizie.
In particolare, in Italia, tra il 1959 e il 1975, ci fu il boom dell’utilizzo di asbesto. Fino all'entrata in vigore della Legge n. 257 del 1992, in Italia era già stato impiegato in circa 3.000 applicazioni. Materiali contenenti asbesto furono utilizzati in edifici privati e pubblici, come scuole e ospedali.
Con il tempo, però, tale materiale si è rivelato gravemente dannoso per la salute dell'uomo. Le sue fibre, se inalate o ingerite, possono provocare patologie gravi e irreversibili a carico dell'apparato respiratorio e delle membrane sierose, come la pleura. L'esposizione provoca dapprima infiammazioni (asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici), che poi possono causare lo sviluppo di neoplasie. Ciò è confermato anche dall'ultima monografia IARC.
Tra le malattie asbesto correlate ci sono i vari tipi di mesotelioma (pleurico, pericardico, peritoneale e della tunica vaginale del testicolo), il tumore al polmone, il cancro della laringe e il tumore alle ovaie. A queste si aggiungono anche il tumore alla faringe, il cancro dello stomaco, il cancro del colon retto e il tumore all’esofago.
Dopo aver accertato una correlazione tra la presenza di asbesto e lo sviluppo di tumori, già nel 1930 il Regno Unito introdusse le prime misure di cautela, incrementando la presenza e l'efficacia di condotti di ventilazione e canali di sfogo. Nel 1943 fu la Germania a riconoscere l'origine del cancro al polmone e del mesotelioma nell'inalazione di polveri di asbesto. Pertanto istituì un risarcimento per gli operai colpiti da tali patologie.
Il primo Stato a bandire l'asbesto, invece, fu l'Islanda nel 1983. Poi seguirono altri Paesi e, a oggi, sono 62: gli Stati appartenenti all’Unione Europea e Arabia Saudita, Argentina, Australia, Cile, Croazia, Gabon, Giappone, Honduras, Kuwait, Seicelle ed Uruguay.
In Italia le prime misure per contrastare gli effetti negativi dell'amianto risalgono con la Legge 455 del 12 aprile 1943 "Estensione dell'assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali alla silicosi ed all'asbestosi". Queste norme furono poi modificate con il D.P.R. 20 marzo 1956, n. 648. Infine con il D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124 si stabilisce il "Testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali".
La normativa amianto cambia ulteriormente negli anni '80, iniziando con la Direttiva del Consiglio 83/477/CEE del 19 settembre 1983 "Protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un'esposizione all'amianto durante il lavoro".
Dal 1986 in poi si susseguirono diverse misure:
A norma dell'art. 7 della Legge 212 del 30 luglio 1990, il 15 agosto 1991 viene emanato il Decreto Legislativo n. 277 di attuazione delle direttive 80/1107/CEE, 82/605/CEE, 83/477/CEE, 86/188/CEE e 88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro.
Riconosciuta così la pericolosità dell'amianto, viene redatta la Legge 257 del 27 marzo 1992, che stabilisce le norme per la cessazione dell'impiego dell'amianto e per il suo smaltimento controllato. Questa legge stabilisce il divieto di estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione e produzione di asbesto.
In attuazione di tale normativa amianto sono stati emanati numerosi provvedimenti per definire le modalità di predisposizione dei "Piani regionali amianto", di valutazione del rischio amianto, di gestione dei manufatti contenenti amianto e riguardo le tipologie di interventi per la bonifica.
Per quanto concerne l'inquinamento ambientale, con il D.Lgs. n. 114 del 17 marzo 1995, sono stati fissati limiti per le emissioni in atmosfera e negli effluenti liquidi, come da direttiva 87/217/CEE.
In riferimento alla normativa amianto, a questa misura si aggiungono:
Al fine di pervenire a una mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale e di consentire la realizzazione degli interventi di bonifica urgenti, l'art. 20 della legge 93 del 23 marzo 2001, ha stanziato 22 miliardi di lire per il triennio 2000-2002 (pari a circa 11,4 milioni di euro). Le disposizioni sono state poi attuate con l'emanazione del D.M. Ambiente 18 marzo 2003, n. 101, che ha definito i soggetti, gli strumenti e le fasi per la realizzazione della mappatura, affidando alle Regioni e alle Province autonome il compito di procedere all'effettuazione della mappatura.
Tra i siti di interesse nazionale da bonificare rientranti nel Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale, approvato con il D.M. 468/2001 e aggiornato con il D.M. 308/2006, ve ne sono alcuni in cui l'amianto costituisce il principale inquinante:
Le disposizioni di carattere generale per la bonifica dei siti inquinati e per la gestione dei rifiuti, anche contenenti amianto, sono contenute nel D.Lgs. 152/2006, nel D.Lgs. 36/2003 e nel decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio n. 248 del 29 luglio 2004.
Vengono emanate anche diverse disposizioni per garantire la sicurezza sul lavoro e le prestazione assistenziali ai lavoratori. In particolare, il D.Lgs. 81/2008 disciplina gli obblighi del datore di lavoro nello svolgimento di attività lavorative che possano comportare esposizione all'amianto.
Nel marzo 2013 il Governo ha approvato il Piano nazionale amianto. Il Piano, elaborato dai Ministeri della salute, dell'ambiente e del lavoro, effettua un'analisi che si muove in tre direzioni:
Dal punto di vista ambientale, il Piano, nel definire gli obiettivi e le azioni contro l'amianto da intraprendere a livello nazionale e locale, individua tra le priorità la mappatura dei materiali contenenti amianto, l'accelerazione dei processi di bonifica, l'individuazione dei siti di smaltimento e la razionalizzazione della normativa di settore.
Sono state così aggiunte ulteriori regolamentazioni alla normativa amianto:
Negli anni sono state previste delle forme di incentivazione degli interventi di bonifica dall'amianto. In particolare, per gli anni 2017-2019, si è introdotto un credito d'imposta, nel limite di spesa di 5,7 milioni di euro, per le imprese che effettuano interventi di bonifica dall'amianto su beni e strutture produttive, di importo non inferiore a 20.000 euro.
L'art. 1, commi 156-161, della L. 145/2018 ha poi introdotto un credito d'imposta pari al 65% delle erogazioni liberali per interventi su edifici e terreni pubblici di bonifica ambientale. Sono comprese misure di rimozione dell'amianto dagli edifici, prevenzione e risanamento del dissesto idrogeologico, realizzazione o ristrutturazione di parchi e aree verdi attrezzate e recupero di aree dismesse di proprietà pubblica.
Per gli anni 2020-2022 è stato anche incrementato il Fondo per la progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica di beni contaminati da amianto. Infine, la sostituzione delle coperture in amianto sul tetto con pannelli fotovoltaici rientra nel Superbonus 110%, disciplinato dall'art. 119 del D.L. 34/2020.
La normativa amianto in Italia varia da Regione a Regione. Infatti ogni territorio ha stabilito delle proprie norme specifiche per quanto riguardo la bonifica dell'asbesto e le misure di prevenzione.
In particolare la Regione Sicilia ha stabilito diverse misure in materia di amianto, soprattutto per cercare di tutelare al meglio la salute dei lavoratori esposti:
Per quanto riguarda gli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per l'Italia, sebbene non siano previste misure specifiche a favore di interventi di bonifica da amianto, si prevede un investimento di 500 milioni di euro per la riqualificazione e bonifica dei siti orfani.
In particolare, il PNRR prevede l'adozione di un Piano d'azione che individui i siti orfani di tutte le Regioni e le Province autonome e identifichi gli interventi specifici da intraprendere. Lo scopo è la riqualificazione di almeno il 70% della superficie del suolo dei siti al fine di ridurre l'occupazione del terreno e migliorare il risanamento urbano, entro il 2026.
Perciò, sulla base delle informazioni fornite dalle Amministrazioni, la ex Direzione Generale per il risanamento ambientale ha emanato il decreto direttoriale n. 222 del 22 novembre 2021. Questo riporta l'elenco dei siti orfani da riqualificare sul territorio delle Regioni e delle Province autonome.
Nell'episodio di ONA TV "Amianto e Recovery Plan, un nuovo rinascimento dopo la pandemia" si è evidenziato, però, come nelle varie versioni di PNRR si è deciso di diminuire proprio i fondi da destinare alla "rivoluzione verde": dall'efficientamento energetico alla riqualificazione degli edifici, dalla tutela del territorio a quella delle risorse idriche.
La normativa amianto a livello europeo è stata recentemente aggiornata. Con l'approvazione della Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2021, il Parlamento raccomanda alla Commissione di avviare una serie di iniziative volte alla protezione dei lavoratori dalla esposizione all'amianto.
Il primo passo è la presentazione di una strategia europea per la rimozione dell'amianto: European Strategy for the Removal of All Asbestos (ESRAA). Questa deve comprendere un quadro delle strategie nazionali di rimozione sicura di tutto l'amianto negli Stati membri. Inoltre deve essere aggiornata la direttiva 2009/148/CE per rafforzare le misure di protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un'esposizione all'asbesto durante il lavoro.
È possibile contattare lo studio legale dell'Avv. Bonanni e l'associazione di cui è presidente, l'Osservatorio Nazionale Amianto, chiamando il numero verde o compilando il formulario. In questo modo si riceverà una consulenza, utile ad avere informazioni sulla normativa amianto, sulla bonifica, sull'assistenza medica e riguardo la tutela dei diritti.